Diverse persone si avviano con passo spedito tra le strade di Parigi. Poi treno, metro, scale mobili, il flusso si canalizza fino a formare due gruppi distinti. Tra di loro sguardi, occhiate veloci, quasi a controllare la posizione l’uno dell’altro. È forse una gara? Qual è la meta di un tale movimento? La risposta si infrange di fronte alla vetrina di un centro commerciale, dove i due gruppi assumono i rispettivi schieramenti: da una parte la ferocia compulsiva di chi è lì per acquistare, dall’altra la resistenza di una schiera di attivisti che si frappongono davanti al negozio. Sopra, campeggiante sulle loro teste, un grande striscione con un’unica scritta: Black Friday.
È questa la prima scena di Un anno difficile (trailer), nuovo film di Éric Toledano & Oliver Nakache, la coppia di registi e sceneggiatori dietro lo strepitoso successo di Quasi amici (2011). Proprio come nel loro lavoro più celebre, i due autori tornano ad osservare con sferzante ironia la società contemporanea, stavolta posando lo sguardo sul mondo dei consumi e dell’ambiente. Da una parte l’orizzonte di chi ha lasciato la propria vita in balìa degli acquisti compulsivi, della marea di debiti, dall’altra quello di chi cerca di porre un argine a questo flusso, di chi vede nel consumismo la fonte dell’odierna insoddisfazione e la causa della rovina del pianeta.
Protagonisti del film sono Albert (Pio Marmaï) e Bruno (Jonathan Cohen), due uomini che dopo un incontro fortuito scoprono di condividere un simile destino. Albert vive di espedienti, non ha più una casa e cerca di racimolare dei soldi rivendendo gli oggetti rubati all’aeroporto dove lavora; Bruno non vede sua figlia da anni, la sua casa è pignorata e non ha più neanche un’occupazione. Entrambi si aggrappano ad Henri (Mathieu Amalric), esperto di sovraindebitamento che promette di far estinguere i loro debiti. Peccato che lui stesso soffra di ludopatia.
Sulla falsa riga di Quasi amici, anche in Un anno difficile troviamo al centro una coppia di amici strampalati, ragazzoni senza testa sulle spalle che non hanno mai realmente imparato a navigare le acque della società contemporanea. Ma la situazione cambia quando, in modo fortuito, si imbattono in Valentine (Noémie Merlant), carismatica giovane donna a capo di un gruppo di attivisti ecologici. Un’occasione per arraffare qualche facile guadagno? O un reale spiraglio per risalire la corrente?
Un anno difficile, dietro la facciata da squisita commedia, rivela una visione del mondo odierno molto più tagliente, perfino pessimista, rispetto ai precedenti lavori dei registi. Ciò che Éric Toledano & Oliver Nakache portano in superficie è la contraddizione di fondo che caratterizza la società in cui viviamo: il contrasto tra l’iperconsumo e l’insoddisfazione, il capitalismo sfrenato e la dipendenza dall’acquisto, tra un mondo dominato dalle leggi di mercato e le nuove spinte ecologiste. Una società vittima delle dipendenze più diverse – dagli oggetti, dal denaro, dal gioco – ma in fondo tutte accomunate dallo stesso fondamento: la ricerca di un appiglio a cui aggrapparsi, sommersi da una realtà in cui tutto sembra scivolare via.
Persino all’interno del gruppo di attivisti regna la contraddizione – alcuni membri provengono dai ceti più bassi, altri nascondono un origine ben più agiata – all’interno della quale si inserisce perfettamente la coppia di protagonisti. La chimica tra Pio Marmaï e Jonathan Cohen trasforma ogni situazione in uno spasso da buddy movie, mentre il fascino di Noémie Merlant aggiunge alle dinamiche la complessità dei sentimenti. Il tutto immerso in un evidente omaggio alla Commedia all’italiana (specie a Il sorpasso di Dino Risi), rivelando tra le righe di un finale apparentemente consolatorio tutta la mal celata amarezza nei confronti del futuro. È così che Un anno difficile si rivela una disamina perfetta della società contemporanea, scegliendo di indossare un sorriso di fronte alla consapevolezza di ciò che stiamo perdendo.
Un anno difficile è al cinema dal 30 novembre.