Transformers – Il risveglio, la recensione: un semi-ritorno alle origini

Transformers - Il risveglio recensione film DassCinemag

Quando ci si approccia alla visione di un film della saga Transformers le aspettative sono sempre alte. Vuoi per i magnifici effetti speciali, vuoi per il fascino dei protagonisti robotici o, più semplicemente, perché negli anni i suoi lungometraggi ci hanno abituato ad un tipo di film d’azione diverso da tutti gli altri. Transformers – Il risveglio (trailer) è il settimo film della saga cinematografica, nonché secondo prequel dopo Bumblebee (2018), di cui ne è la continuazione. Ambientato nel 1994, il fulcro della storia è il ritrovamento della Chiave a transcurvatura, in grado di aprire portali spazio-temporali. Gli scontri tra Autobot e Terrorcon (non più Decepticons) rappresentano il motore narrativo del lungometraggio diretto da Steven Caple Jr.

Davanti ad una saga articolata, per ora, in sette film, è doveroso spendere due parole sulla trama. Se i primi tre lungometraggi (Transformers, Transformers – La vendetta del caduto e Transformers 3) rappresentavano fasi consequenziali di una storia che aveva trovato un suo epilogo nell’ultimo film della trilogia sopra citata, con il quarto e quinto film (Transformers – L’ era dell’estinzione e Transformers – L’ ultimo cavaliere) più di qualcosa ha iniziato a scricchiolare.

Ecco quindi che spuntano grosse incoerenze in termini di sceneggiatura. Megatron (capo dei Decepticons) muore, poi resuscita, muore di nuovo, resuscita ancora, cambia nome e poi mantiene lo stesso, poi muore un’altra volta. Il cast degli Autobot cambia quasi ad ogni film, con solo Optimus Prime e Bumblebee a rimanere fissi. La trama e gli eventi raccontati, inoltre, perdono man mano coerenza tra un lungometraggio e l’altro, confondendo anche gli spettatori che hanno seguito attentamente la saga.

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Con Bumblebee, complice la novità dell’essere il primo prequel, questi buchi di trama erano venuti meno, grazie anche ad un totale rinnovamento del cast e un’ambientazione della storia a diversi anni di distanza nel passato rispetto ai primi cinque film. Transformers – Il risveglio ci fa nuovamente percepire, seppur a tratti, la paura di trovarci davanti ad un film narrativamente scollegato con gli altri. Un nuovo rinnovamento del cast dà l’impressione che Transformers – Il risveglio abbia fatto tabula rasa degli eventi accaduti in Bumblebee. Non basta una piccola reference iniziale per allontanare quel senso di disorientamento, presente per buona parte del film.

La storia di Transformers – Il risveglio mostra anche un coraggioso tentativo di tornare alle origini. Lo schema narrativo su cui si basa la sceneggiatura ricalca quello dei primi tre film, con i plot point che spesso coincidono con una battaglia persa dai protagonisti o con il classico all is lost che vede il malvagio di turno prossimo a distruggere la terra. Davanti ad una sceneggiatura che cerca di riportare in vita i momenti gloriosi vissuti da Transformers, non si può non sottolineare come la saga inizi seriamente a sentire il peso dei suoi anni. La formula alla base di ogni storia diviene di film in film sempre più evidente, rendendo scontato e prevedibile lo sviluppo narrativo di ogni nuovo lungometraggio. Il rischio è quello di poter riassumere la trama in poche parole: Autobot contro Decepticons per evitare che la terra venga distrutta.

Per una formula narrativa che inizia a sentire il peso dei suoi anni, dando l’idea di esser stata sfruttata al limite, Transformers – Il risveglio sa regalare anche dei momenti inediti e ben scritti. Il vero protagonista del film, stavolta, non è Noah (Anthony Ramos), il personaggio umano di turno, ma Optimus Prime. Ci troviamo di fronte ad un comandante che non ha ancora imparato ad essere quel leader carismatico dei primi cinque film. Stavolta Optimus mette a nudo le sue fragilità e insicurezze, mostrandosi capace di compiere errori, come un vero essere umano.

A colmare una formula narrativa prevedibile ci sono effetti speciali mozzafiato, la vera certezza della saga. Grazie ad una CGI quasi sempre impeccabile, Transformers – Il risveglio non ha mai momenti noiosi e mantiene lo spettatore costantemente nel vivo dell’azione. Gli scontri non sono sempre originali, ma regalano sequenze visivamente da brividi. Anche fotograficamente e registicamente parlando, Transformers – Il risveglio non lascia affatto delusi, amalgamando, come ha sempre fatto, l’ambiente naturale con le macchine mutanti, creando un mix spettacolare alla vista.

A livello registico, inoltre, Transformers – Il risveglio osa qualcosa di più rispetto ai suoi predecessori. Ecco quindi che, tra le tante sequenze di azione, c’è spazio anche per alcuni momenti di suspense ai limiti dell’horror. Non mancano, inoltre, quei momenti comici per spezzare la tensione, da sempre un classico della saga.

Transformers – Il risveglio è un film pienamente in linea con i suoi predecessori della saga, mostrando tanti pregi e tanti difetti. L’incapacità di comprendere quando fermarsi è il vero campanello d’allarme. Film dopo film, Transformers mostra il peso dei suoi anni e l’impossibilità di regalare svolte originali alla saga, come è normale che sia dopo sette lungometraggi. Nonostante il passare degli anni, però, la saga mantiene ancora un forte desiderio di sperimentazione, mantenendosi comunque ancorata a quei capisaldi che l’hanno resa celebre.

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