Jurassic Park: i 30 anni di un cult

Il 9 giugno di 30 anni fa, nel 1993, Jurassic Park (trailer) veniva presentato alla première di Washington D.C. nell’Uptown Theater. Venne distribuito nei cinema americani due giorni dopo e il suo successo è tra i più importanti nella storia del cinema, con un incasso di 357 milioni di dollari nel primo anno. Jurassic Park ha creato un mondo quasi mitologico, che esiste da qualche parte ma a cui non è possibile accedere. I parchi a tema in quegli anni spopolavano, ma ancora oggi abbiamo molto più entusiasmo per Jurassic Park che per Disneyland, questo perché siamo incuriositi verso ciò che il parco potrebbe essere: è un gioco che mette alla prova la nostra fantasia.

Il film è tratto dall’omonimo romanzo di Michael Crichton, di cui la Universal Pictures comprò i diritti ancor prima della pubblicazione del libro. La casa di produzione scelse Steven Spielberg come regista, ormai affermato grazie al suo primo famosissimo monster movie, JawsJurassic Park, come la sua controparte acquatica, ha una simile introduzione: di notte un essere indefinito divora un umano. Al contrario di Jaws, però, i dinosauri vengono mostrati subito dopo come creature magnifiche (e in effetti lo sono, vediamo dei brontosauri a grandezza naturale, in un film del ’93!) da ammirare e forse addomesticare. L’unico a rimanere scettico è il matematico Ian Malcolm (Jeff Goldblum) che avverte più volte del pericolo di questa operazione. Riportare in vita degli esseri estinti può portare ad una catastrofe sia per l’uomo che per l’ecosistema.

Jurassic Park approfondimento del film di Steven Spielberg a 30 anni dall'uscita

La trama ha molto a che fare con la preoccupazione verso le nuove biotecnologie che nascevano in quel periodo, ma può essere letta anche sotto il punto di vista della tecnica stessa con cui sono realizzati i dinosauri nel film: la computer grafica 3D. In quegli anni la grafica per i film stava muovendo i primi passi, si erano visti alcuni esempi come la creatura acquatica in The Abyss nel 1989 e alcune scene di Terminator 2 nel ’91. Da questo punto di vista il film è una vera rivoluzione: infatti l’uso del computer è molto più importante per ricreare intere creature e molte scene hanno a che fare con questa tecnologia.

La prima frase del paleontologo protagonista Alan Grant (Sam Neill) è proprio «Io li odio i computer», e la sicurezza di tutto il parco è gestita tramite computer. Dopo la spettacolare visita ai brontosauri, il viaggio nel Jurassic Park è pieno di imprevisti a cui nessuno aveva pensato: i dinosauri non si mostrano quando dovrebbero e i protagonisti umani prendono percorsi inaspettati. Il tutto è monitorato dagli agenti di sicurezza che tentano di risolvere la situazione tramite la tecnologia ma dimostrano di avere tra le mani un potere troppo grande.

La tecnologia ad oggi sta raggiungendo delle vette sorprendenti grazie all’intelligenza artificiale e la paura è proprio che essa prenda decisioni autonome contro il nostro volere. In molti si stanno cimentando con i nuovi strumenti per l’arte digitale, la scrittura e perfino la creazione di video e cortometraggi. In tempi brevi tutti avranno la possibilità di riportare in vita attori famosi ormai scomparsi per i prossimi film (vedi il caso di Paul Walker per Fast and Furious 7). Anche Hollywood diventerà un parco divertimenti virtuale? Jurassic Park è spettacolare ancora oggi e ci mostra i limiti e le contraddizioni dell’uomo di fronte alla tecnologia e alla possibilità di successo che essa offre.

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