Lupin, la recensione della terza stagione su Netflix

Lupin III, la recensione

Dal 5 Ottobre è disponibile su Netflix la terza stagione della serie Lupin (trailer), con protagonista Omar Sy, che abbiamo visto recentemente in Io sono tuo padre. Se le prime due stagioni hanno visto la luce in un tempo molto ravvicinato, si parla infatti del Gennaio 2021 e del Giugno 2021 rispettivamente, la terza, invece, nasce dopo una pausa di oltre un anno, presentando due episodi in più rispetto alle precedenti.

Al termine della seconda stagione abbiamo lasciato Assane Diop (Omar Sy) uscire trionfante nella guerra contro la famiglia Pellegrini, conclusa con l’arresto di Hubert, lo storico antagonista. Tuttavia, Assane non può ancora cantare vittoria e ricongiungersi con la desiderata famiglia: egli è ancora ricercato in tutta la Francia, sia da una polizia ottusa che dall’accorto agente Guedira (Sougiane Guerrab). È proprio dal desiderio di ricongiungersi con la propria famiglia e di porre fine ad un’esistenza burrascosa che ha inizio la terza stagione: dopo essersi allontanato per un anno da Parigi, Assane ritorna sui suoi passi, incontrando la sua amata Claire (Ludvine Sagnier). Tuttavia, come è giusto aspettarsi, lei non è affatto contenta di ritrovare il proprio partner, che non si è fatto vivo negli ultimi mesi, lasciando sulle spalle di lei il peso di portare avanti la famiglia.

Da qui ha origine un nuovo piano del protagonista, per porre fine alla vita da ricercato e occuparsi come si deve della propria famiglia: un ultimo furto, che porterebbe non solo una lunga stabilità economica, ma anche un nuovo assetto, reso possibile da una scelta molto teatrale. Tuttavia, ben presto i piani dovranno cambiare radicalmente: Assane, con il suo inseparabile compagno Benjamin (Antoinie Gouy), dovrà affrontare un passato riemerso improvvisamente, con l’aria di stravolgere la vita del protagonista.

Lupin 3

Come accade nelle precedenti stagioni, anche la terza si avvale di una narrazione avvincente ed efficace, che trova la propria forza nell’alternare con sapiente intreccio sequenze del presente con quelle del passato. Così facendo, l’effetto è quello di massimizzare l’impatto del climax, della tensione che via via prende corpo, alimentandosi dal montaggio alternato che rende lo spettatore sempre più consapevole e partecipe. A tutto ciò si aggiunge la limpida e coinvolgente recitazione di Omar Sy, che si conferma essere idoneo ad un personaggio così enigmatico come quello di Assane, o meglio Lupin. Tuttavia non va dimenticata l’ottima performance dell’intero cast, che vedrà diverse new entries.

La narrazione, anche se ogni tanto richiede un certo grado di complicità con lo spettatore (se ci si sofferma sulla verosimiglianza o meno di qualche episodio narrativo), è coinvolgente ed intrigante, dimostrando di essere perfettamente all’altezza delle due stagioni gemelle precedenti. Un pregio non trascurabile dato il timore, spesso presente, di rimanere delusi quando ci giunge fra le mani un nuovo capitolo uscito dopo tanto tempo.

La terza stagione merita dunque attenzione soprattutto per la sua capacità di costruire piccole trovate geniali necessarie per farci amare ancora di più l’astuzia di Lupin. Ma se ci fosse bisogno di un’ulteriore ragione per convincere lo spettatore alla visione, allora si potrebbe accennare al fatto che la storia di Assane non sembra affatto fermarsi qua. Chissà che Netflix fra qualche mese non ci intrighi con un nuovo annuncio.

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