The Falls, la recensione del film di Chung Mong-Hong su Netflix

La recensione di The Falls, il film di Chung Mong-Hong

Gli ultimi due anni hanno tragicamente cambiato l’andamento del mondo, sottolineando come alcune cose nella loro semplice quotidianità siano davvero essenziali. La sacralità del lavoro, della casa, dei rapporti umani, del riposo. Chung Mong-Hong (in passatto abbiamo parlato di A Sun) con il suo nuovo film, The Falls (trailer), racconta la storia di Pin-wen (Alyssa Chia), una madre in carriera, divorziata, che soffre di un crollo nervoso quando lo stress diventa troppo grande, cedendo il ruolo di madre alla figlia, Xiao Jing (Gingle Wang).

È un film sulla pandemia e nella pandemia, che sia protagonista o “semplice” sfondo di una vita che continua imperterrita, nel bene e nel male (in questo caso, più nel male). Sarà che siamo ancora troppo vicini a questo incredibile evento storico ma ricadere in un’eccessiva drammatizzazione dei racconti sembra inevitabile. Se questo tema non fosse stato accantonato così rapidamente, il film sarebbe stato davvero di difficile visione. Per fortuna, invece, il regista coglie l’occasione per parlare di una questione fondamentale come la salute mentale, ora che la crisi contemporanea ha gettato le basi per una più larga conversazione.  

Tutto inizia con una quarantena, in cui madre e figlia sono costrette nel proprio appartamento, separate da una porta chiusa, incapaci di comunicare. All’improvviso però, l’angst adolescenziale di Xiao Jing si rivela essere presente solo nella testa della madre, offuscata da questo isolamento. Un vero e proprio inscatolamento della mente, garantito dal telo blu che copre il palazzo durante la sua ristrutturazione, che ne soffoca le percezioni e taglia i ponti con il mondo esterno. Ed ecco che i rapporti e i luoghi prima sicuri, come la casa e l’ufficio, sono obnubilati da quella stessa luce bluastra che tinge il salotto di Pin-wen.

La recensione di The Falls, il film di Chung Mong-Hong

Come abbiamo già detto, la drammatizzazione sfocia (talvolta) nell’eccesso, in toni estremamente melodrammatici che lentamente, però, si ridimensionano. La narrazione punta sulla destabilizzante forza della malattia di Pin-wen e sulla straordinaria tenacia di Xiao Jing nel farsi carico del benessere materno, senza più bisogno dell’elemento melenso, ma trasformandosi in uno pseudo-thriller, ormai calati nel punto di vista di una timorosa e affettuosa figlia.

Con la lenta ripresa di Pin-wen, quando man mano il telo blu si discosta, The Falls rimane un film altalenante, nella sua semplicità registica, con momenti particolarmente interessanti ed altri che facilmente cadono nella banalità. Resta comunque una stimolante resa di tempi ancora presenti, nel razionalizzare a livello mediale questo trauma condiviso.

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