Spenser Confidential, la recensione del film su Netflix

Spenser Confidential

Spenser Confidential  (trailer) rappresenta il primo film di Mark Wahlberg per la piattaforma Netflix e la quinta collaborazione tra l’attore e il regista Peter Berg. Il film si ispira alla famosa serie di romanzi investigativi creata dallo scrittore americano Robert B. Parker e perpetuata, dopo la sua morte, da Ace Atkins.

Spenser (Mark Wahlberg) è un ex-poliziotto che ha dovuto scontare 5 anni in prigione per aver aggredito il suo capitano da lui ritenuto corrotto. Uscito di prigione viene accolto dal vecchio amico Henry (Alan Arkin) ed è pronto a rifarsi una nuova vita lontano dalla città di Boston. Il giorno stesso però l’ex-capitano viene ucciso brutalmente da un suo collega che, a quanto pare, si è successivamente tolto la vita. Il caso viene pertanto frettolosamente archiviato ma Spenser, ritenendo che dietro l’episodio si nasconda qualcosa di molto più complesso, decide di andare a fondo nella questione. Potendo contare solo sull’aiuto dell’amico Henry e del suo nuovo coinquilino Hawk (Winston Duke), Spenser inizia ad investigare sugli omicidi ritrovandosi, ben presto, in un vortice di  violenza, contrabbando e corruzione molto più esteso di quanto avrebbe potuto immaginare.

Nonostante la trama intrigante e le buone premesse iniziali, il film risulta un prodotto deludente sotto diversi punti di vista. Siamo sicuramente lontani dal riuscitissimo Lone Survivor (che segnava nel 2013 la prima collaborazione Berg-Wahlberg) e purtroppo non solo per il budget nettamente più basso. Il regista finisce troppo spesso per ricorrere a trovate ed effetti ormai ampiamente abusati nella filmografia di settore che finiscono per privare l’opera di una propria identità ed originalità. La trama risulta lineare e fin troppo scontata al punto da collocare il film tra le migliaia di pellicole investigative piene di triti clichè e prive di reali colpi di scena.

La produzione punta più che altro ad un pubblico di natura domestica ritenendo probabilmente di “andare sul sicuro”. Non è un caso, difatti, che nella prima settimana dalla sua uscita Spenser Confidential sia uno dei film più visti su Netflix Italia. La popolarità di Mark Wahlberg risulta indubbiamente trainante ma c’è da chiedersi se il film sia in grado di guadagnarsi uno spazio fisso nella libreria della piattaforma streaming.

In previsione di una possibile prosecuzione della serie è forse opportuno analizzare gli aspetti meno riusciti di Spenser Confidential.

Innanzitutto il film tenta di apparire, sin dalle prime scene, come una sorta di action-thriller dalle tinte comiche, senza però risultare credibile in nessuno dei tre campi. Berg sembra voler richiamare al buddy-movie, ma nonostante la coppia Wahlberg-Duke abbia indubbie potenzialità non è purtroppo supportata da un adeguato lavoro di sceneggiatura. Lo stimolo narrativo rappresentato dall’interessante conflitto tra le personalità dei due personaggi finisce, altresì, per esaurirsi incredibilmente presto. E’ inoltre necessario evidenziare la carenza di analisi del background dei protagonisti ed in particolare di Spenser. La scarsa e superficiale caratterizzazione non consente allo spettatore di entrare in completa empatia con il protagonista ed innescare il processo di immedesimazione che si può considerare determinante in questa tipologia di opere cinematografiche.

Non è sicuramente facile adattare una serie di romanzi al grande schermo, e Spenser Confidential finisce per identificarsi più come prodotto autonomo. Non si possono trascurare, peraltro, le conseguenze del low budget sul risultato finale: le riprese e la post-produzione sono molto distanti dallo standard hollywoodiano e le scene di azione sono limitate quasi esclusivamente al finale (escludendo le numerose scazzottate nelle quali il protagonista risulta essere costantemente coinvolto).

Spenser Confidential, come si è avuto modo di anticipare, finisce per appoggiarsi eccessivamente ai classici espedienti narrativi e scenici legati al suo genere, finendo per risultare un film leggero senza troppe pretese. È pur sempre piacevole rivedere Mark Wahlberg tornare in azione nella sua città natia ma, nonostante la rozza comicità bostoniana ci porti spesso a sorridere, l’opera filmica non va oltre. Degno di nota è il riuscito apporto, nell’ambito del cast, del simpatico Alan Arkin. Proprio pensando alla talentuosa crew con cui è stato varato il progetto siamo costretti a guardare il prodotto finale con rammarico per quello che poteva essere l’interessante inizio di una nuova serie di film.

Probabilmente Spenser Confidential riuscirà ugualmente ad intercettare una certa audience su Netflix, se non altro per il coinvolgimento di Wahlberg, ma non possiamo esimerci dal ritenere che la sceneggiatura e le scelte registiche non facciano giustizia al personaggio dei romanzi di Parker e Atkins e tantomeno all’ormai affermato nome di Peter Berg.

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