Sex Education, la recensione della seconda stagione

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Dopo il grande successo della prima stagione e un anno d’attesa, esordisce nel catalogo della piattaforma digitale Netflix la seconda stagione di Sex Education (trailer), serie britannica creata da Laurie Nunn e diretta da Kate Herron e Ben Taylor, che racconta i drammi e i problemi legati alla tematica sessuale degli adolescenti di una piccola cittadina inglese.

Dopo un salto temporale dalla prima stagione, ci ritroviamo catapultati nella serie grazie al personaggio di Othis (Asa Butterfield), che si trova ad affrontare nuovi ostacoli personali e professionali con la sua “clinica del sesso” – aperta in collaborazione con Maeve (Emma Mackey) durante il corso della prima stagione – dovuti in particolare alla concorrenza all’interno del liceo da parte di un personaggio ben noto al pubblico, che mette a dura prova il servizio clandestino aperto dai due ragazzi a disposizione degli studenti bisognosi.

La storia si sviluppa attraverso tre principali linee di narrazione, destinate ad incontrarsi solo in determinati momenti chiave, ma che non sminuiscono minimamente lo svolgersi e il ritmo dell’azione. Tali linee sono quelle dei tre personaggi di maggior rilievo: Othis, Maeve ed Eric (Ncuti Gatwa). Ogni linea parlerà dei problemi odierni che gli adolescenti sono tenuti ad affrontare durante il loro sviluppo ormonale, soffermandosi non solo sulla pratica sessuale, ma dando una particolare importanza alle relazioni verbali e comunicative tra partner e partner. A questi, si aggiungono problemi non puramente adolescenziali, ma affini (anche e soprattutto) ad una fase più adulta della vita.

La serie non si limita ad approfondire il trio di protagonisti che ci ha accompagnato fino a questo momento, ma introduce personaggi secondari assai complessi e studiati nella loro psicologia, che permettono di dare un nuovo slancio alla storia. Personaggi che magari nella prima stagione ci sono stati solamente presentati vengono messi su un piano più alto, quasi al pari di quello dei protagonisti, offrendo un maggior spessore.

Il finale è coerente con la struttura impostata durante il resto delle puntate: le linee narrative rimangono particolarmente distinte e non tutte le conclusioni saranno apprezzate dalla maggior parte del pubblico di Netflix. Concludendosi in maniera aperta, questa seconda stagione crea già l’hype per una terza.

La serie riesce a tenere alta la concentrazione con argomenti piccanti attraverso un tono allegro e scherzoso, come li racconterebbe un adolescente che li vive. Il ritmo da una certa puntata viene alternato a momenti di confronto con temi seri, come si vedrà soprattutto grazie al personaggio di Aimee, facendo risaltare particolarmente la figura della donna.

I nuovi episodi di Sex Education sono fedeli agli standard alla quale si è stati abituati dalla stagione precedente, con caricature e stereotipi della percezione del mondo sessuale usati perfettamente e nel giusto contesto. Speriamo di non dover attendere troppo per la prossima stagione.

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