Secret Team 355, la recensione: uno spy-movie al femminile

Secret Team 355 recensione film Simon Kinberg Dasscinemag

Secret Team 355 (qui il trailer) è un classico spy-movie che sceglie di non superare gli stereotipi del genere, ma che preferisce servirsene di continuo. Ci troviamo a Bogotà, dove un boss criminale entra in possesso di un sistema in grado di controllare qualunque apparecchio digitale esistente. La missione di recupero del dispositivo viene affidata agli agenti della CIA Nick (Sebastian Stan) e Mace (Jessica Chastain). Dopo il fallimento della missione e la morte di Nick, Mace entra in contatto con Khadijah (Lupita Nyong’o), Marie (Diane Kruger) e Graciela (Penelope Cruz) con l’obiettivo di distruggere il programma così da vendicare Nick ed evitare un possibile disastro di proporzioni mondiali. Le quattro si ritroveranno in un turbinio di sfide e malintesi, costrette a dover fare di tutto pur di mantenere la pace collettiva.  

Il titolo si rifà alla figura dell’agente segreto 355, una spia in attività durante la Rivoluzione americana del quale ancora oggi non si conosce il nome. La spia 355 diventa in questo contesto la rappresentante di tutte quelle donne che, nonostante si trovino a combattere in prima linea (sia letteralmente che metaforicamente), vengono oscurate e addirittura non riconosciute. Sono le stesse protagoniste a sottolineare come spesso vengano sottovalutate dalle controparti maschili, rendendo evidente la volontà di sovvertire i classici ruoli di genere. 

Nonostante questo, il film presenta una serie di personaggi macchiettistici, appena abbozzati, i quali sarebbero indistinguibili gli uni dagli altri se non fosse per la presenza di un cast stellare che permette di rendere ognuno di loro facilmente riconoscibile. Il cast è, infatti, uno degli elementi cardine del film, che si regge quasi per intero su delle interpretazioni senza dubbio avvincenti.

Secret Team 355 la recensione film Simon Kinberg

L’evidente alchimia fra le quattro attrici principali è il punto forte del film. A partire da Penelope Cruz, interprete di una Graciela che continua a sentirsi un pesce fuor d’acqua, desiderando solo di poter tornare a casa dalla sua famiglia, ma che alla fine supera i suoi limiti per proteggere le colleghe. Un punto debole è, invece, rappresentato dal rapporto fra Mace e Nick. La relazione fra i due sembra ricalcare quella di John Smith (Brad Pitt) e Joan Smith (Angelina Jolie), protagonisti di Mr. & Mrs. Smith, scritto da Simon Kinberg, regista dello stesso Secret Team 355. Anche Mace e Nick si ritrovano a passare dal ruolo di amanti a quello di nemici, creando una dinamica molto simile a quella fra Jolie e Pitt, ma che non risulta altrettanto convincente. 

Partendo con delle ottime premesse, Secret Team 355 si accontenta di ricalcare gli stereotipi del film d’azione, senza apportare nessuna novità al genere se non per la presenza di un cast corale femminile. Si tratta di una storia già raccontata precedentemente, con nessuna vera novità, nulla che non sia già stato fatto prima. Si ha spesso una sensazione di deja vù, sia durante le scene d’azione che durante i dialoghi. È evidente il tentativo di dare profondità ai personaggi in più di un’occasione, ma questa profondità non viene mai esplorata, rendendo impossibile comprendere le motivazioni delle protagoniste fino in fondo. 

Al cinema dal 12 maggio.

Ti potrebbero piacere anche

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ho letto la privacy policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali ai sensi del Regolamento Europeo 2016/679 (GDPR) e del D.Lgs. n. 196 del 2003 cosi come novellato dal D.Lgs. n. 101/2018.