I 3 dell’Operazione Drago, i 50 anni di una leggenda

I 3 dell'Operazione Drago 50 anni leggenda

«Qual è la tecnica più alta a cui aspiri?» «Quella di non avere tecniche.» Questo uno dei primi dialoghi tra allievo e maestro, nell’ultimo film con protagonista Bruce Lee. I 3 dell’Operazione Drago (trailer), diretto da Robert Clouse e scritto da Michael Allin, consolida l’attore a vera star del cinema, ed è un incontro perfetto tra oriente e occidente a livello culturale e produttivo. Non solo, in poche battute è racchiusa tutta la sua filosofia, sia per le arti marziali che per la vita. Nell’intervista televisiva rilasciata al Pierre Berton Show[1] nel ‘71, l’artista marziale spiega che la sua tecnica, sia per il combattimento, sia per la recitazione, non ha uno stile definito. Bruce Lee all’epoca conosce già tutte le tecniche di combattimento orientali e anche occidentali, come la Boxe, e dichiara nell’intervista di non avere un unico stile, ma cerca di volta in volta il miglior modo di muoversi ed esprimersi. Considera infatti le arti marziali come una vera forma di espressione dell’uomo.

Il film è prodotto dalla Warner Bros in collaborazione con la Concord Production, casa di produzione cinese fondata da Bruce Lee e dal regista Raymond Chow. Vede la luce per la prima volta esattamente 50 anni fa, alla première di Hong Kong del 26 luglio 1973. Alcuni fortunati poterono assistere per primi ad uno dei film più iconici della storia del cinema, che incrementò lo statuto di leggenda di Bruce Lee, data anche la sconvolgente notizia della sua morte, avvenuta solo 6 giorni prima, il 20 luglio, in circostanze misteriose. [2] Ancora oggi le ipotesi a riguardo sono le più disparate, una risalente addirittura a pochi mesi fa: alcuni medici sostengono si sia trattato di una disfunzione renale. Altre riguardano possibili danni ricevuti durante le riprese dei diversi film, con effetti a lungo termine. Non mancano anche varie teorie complottiste, ma tutto questo ci fa sicuramente capire come la figura di Bruce Lee sia avvolta nel mistero.

Il film è curato nei minimi dettagli ed ha un budget circa 8 volte superiore ad un normale film sul Kung Fu. Questo dato ci fa capire l’impatto culturale raggiunto da Bruce Lee, un vero ponte tra oriente e occidente, in un periodo in cui è ancora in corso la guerra nel Vietnam.

I 3 dell'Operazione Drago 50 anni di una leggenda

Mr. Lee (Bruce Lee), protagonista del film, è un membro del Tempio Shaolin e viene reclutato da un agente dei servizi segreti inglesi per indagare sui traffici illegali di uomini e droga di Mr. Han (Shih Kien). Lungo la strada incontrerà John Roper (John Saxon) e Kelly Williams (Jim Kelly), entrambi personaggi in fuga, uno da debiti con la mafia, l’altro dalla polizia razzista degli Stati Uniti. I 3 raggiungono l’isola di Han e vengono accolti ognuno in una stanza d’albergo. Il film dà poco peso ai caratteri dei personaggi, se non per dare luogo a situazioni comiche e sopra le righe. Quando a Kelly Williams viene offerto di scegliere una ragazza con cui passare la notte, lui ne sceglie quattro e si giustifica di non averle prese tutte solo per la stanchezza. Lee è invece il più determinato a sabotare i piani di Mr. Han e avrà una backstory più definita (con l’obiettivo di vendicare sua sorella). Anche a Lee verrà offerta una ragazza e sfrutterà l’occasione per parlare con Mei Ling (Betty Chung), agente sotto copertura. Ogni azione del protagonista conferma la “concentrazione agonistica” di cui parla all’inizio del film con un suo allievo, e questo restituisce all’attore stesso l’immagine divistica di un vero guerriero contemporaneo.

Anche il montaggio e l’uso della macchina da presa sono tutti rivolti all’azione. Panoramiche e zoom sono una costante nel film. Si percepisce la volontà di restituire un movimento così veloce da quasi sfuggire allo sguardo. Questo spiega anche l’uso smodato ma sempre soddisfacente del ralenti, sia per i combattimenti che per le reazioni dei protagonisti. Anche il montaggio dà un ritmo davvero singolare alla narrazione. Un esempio è proprio il dialogo tra Lee e Mei Ling, in cui i due sono in piedi nella stanza del primo. Quando Mei capisce che Lee è intenzionato a scoprire la verità su Mr. Han, lo intima di fermarsi e di parlare a bassa voce, con un gesto delle mani. Subito dopo il gesto, troviamo i due seduti a parlare e a continuare il discorso. Un’ellissi temporale che, come tutto il film, sfida i riflessi dello spettatore. Il film è una sfida sia narrativa (lo spettatore ha davvero l’impressione di non avere i riflessi pronti durante la presentazione dei vari personaggi) che culturale, capace di rompere le barriere tra oriente e occidente.

La tragica ed inaspettata morte di Bruce Lee ha segnato un successivo rapido declino del genere del film di arti marziali, ma, indubbiamente, l’attore oggi rimane un’icona indelebile della storia del cinema.


SITOGRAFIA

[1] https://www.youtube.com/watch?v=uk1lzkH-e4U

[2]https://www.repubblica.it/spettacoli/people/2023/07/20/news/bruce_lee_50_anni_fa_lultimo_urlo_dellartista_che_faceva_paura_a_hollywood-408362967/

Ti potrebbero piacere anche

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ho letto la privacy policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali ai sensi del Regolamento Europeo 2016/679 (GDPR) e del D.Lgs. n. 196 del 2003 cosi come novellato dal D.Lgs. n. 101/2018.