One Piece Film: Red, la recensione: il ritorno di Luffy al cinema

One piece red

Taniguchi Gorô, il glorioso papà del prolifico franchise anime Code Geass, torna nel mondo di One Piece 25 anni dopo il suo cortometraggio Taose! Kaizoku Gyanzakku, e lo fa con questo One Piece Film: Red (trailer). Un periodo lunghissimo in cui il regista e sceneggiatore ha imparato tantissimo, diventando un nome solido dell’industria dell’Anime giapponese. Red è il 59° prodotto del mondo One Piece, includendo oltre alle diverse espressioni anime (corti, video, serie, film per la tv, film per lo streaming e film per il cinema) anche i manga ed i videogiochi, solidamente garantito dal suo padre artistico Oda Eiichiro. Il film è una delle operazioni più ambiziose della storia del franchise e segna il ritorno insieme dei nomi di Taniguchi e Oda dal lontano 1998, data storica del primo cortometraggio di 30 minuti del mondo di One Piece.

Alla sceneggiatura troviamo un veterano come Kuroiwa Tsutomu, autore tanto di anime quanto di adattamenti live action, che ha collaborato a titoli del calibro di Gantz: O e Kasane. Se da una parte non sorprende la presenza di una figura solida come Kuroiwa, lascia stupiti l’ingresso nello script di un animatore e costumista digitale di mestiere come Brooklyn El-Omar che ha lavorato alle animazioni di 108 puntate della serie centrale e curato i costumi digitali del film Disney Raya e l’ultimo drago.

Il progetto Red rispetta le tipiche regole di struttura degli special e dei film di One Piece. Ci troviamo ad un grande evento segreto che coinvolge i migliori pirati del mondo e che attrae infinitamente i nostri cari vecchi eroi, un buon modo per far tornare almeno in forma di comparse altri personaggi comprimari già visti in altri prodotti della serie e creare un senso di reunion e festa popolare che alza le aspettative dello spettatore. Contrariamente al solito, questa volta si preme l’acceleratore sul ritorno all’infanzia del protagonista con la scoperta di una “sorellastra” perduta di nome Uta, personaggio chiave del film e curiosa incarnazione delle idol giapponesi nell’universo di One Piece, con alcune caratteristiche nel modo di esprimersi durante i suoi concerti incantati che ricorda le vocaloid dell’era digitale.

Il tema del film, imponente e spettacolare a tal punto da ricordare l’ambizioso film precedente Gold, è la ricerca della felicità e della libertà in un mondo di sacrifici e dolore dove la vita sembra essere solo fonte di dispiacere ed amarezza. Gli autori sembrano dirci che, seppure l’esistenza possa essere dolorosa e amara, l’amore per la vita e la ricerca di un domani migliore è il bene più prezioso e la lotta e la speranza gli alimenti fondamentali per trovare un futuro più positivo. Uta raccoglie intorno a se tantissime persone sofferenti ed offre loro una consolazione ambigua che sembra un incantesimo di felicità, ma si rivela essere ben presto la morte e l’esistenza dell’anima in forma perpetua in un paradiso fittizio – sebbene garanzia di piaceri effimeri. Insomma un inno alla vita e alla speranza, oltre che un invito a cercare nel bene più prezioso le vie di uscita dal dolore interiore rispetto al suicidio o alla condizione hikikomori. Un titolo forte per il mercato orientale che ha fatto parte degli eventi più ricchi del Lucca Comics ma che resta purtroppo in Italia all’interno di una nicchia di consumatori. Il film è godibile anche senza la conoscenza complessa della serie e dell’enorme mole di prodotti precedenti e può perfino essere un punto di partenza per la scoperta del franchise giapponese.

One Piece Film: Red è al cinema in anteprima il 7 e 8 novembre e poi in tutte le altre sale dal 1 dicembre.

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