Monte Verità, la recensione: la storia di un’emancipazione a Locarno

Monte Verità recensione una storia di emancipazione a Locarno

Ambientato a Locarno, nella Svizzera italiana, Monte Verità (trailer) è un film che trae ispirazione dagli eventi realmente accaduti sull’omonimo monte agli inizi del Novecento. Qui venne fondata una comunità, dove i membri condussero uno stile di vita mondano immerso nei benefici della natura. Vi trovarono dimora diversi intellettuali, aperti ad un nuovo modello di società – alternativa a quella ormai antiquata dell’Ottocento – fondato sulla parità di genere, sul recupero di un legame terapeutico e pedagogico con la natura e su una libertà sessuale e identitaria, sciolta da vincoli sociali.

A partire da questi eventi, Stefan Jäger dirige un film che rende omaggio da un lato alla memoria storica, presentandola come una realtà di emancipazione; dall’altro all’arte della fotografia, rappresentata come strumento centrale che permette sia di vedere e rappresentare il mondo attraverso una nuova luce, una nuova prospettiva, sia di imprimere nella storia la preziosa testimonianza di una transizione, di un cambiamento morale dell’uomo. Tale intento documentativo è affidato alla giovane protagonista Hanna (Maresi Riegner). Sposata con il nobile Anton (Philipp Hauss) e madre di due figlie all’età appena di 29 anni, Hanna ha sempre avuto un’attrazione per la macchina fotografica del marito, ma la fotografia non è un’occupazione che si addice ad una donna del suo rango. In più, dal funesto inizio del matrimonio, il marito ha blindato nel dimenticatoio il tanto desiderato strumento.

La repressione della vocazione artistica di Hannah è solo la prima delle forme di subordinazione che ella subisce nella vita di corte viennese. Al corpo della protagonista infatti viene imposta con violenza la procreazione di un figlio maschio, al suo ruolo di donna la rigida compostezza, al suo ruolo di moglie la fedeltà incondizionata al marito. Tale contesto repressivo si traduce nella ricorrente metafora del soffocamento, anch’essa centrale nel film: Hanna soffre di attacchi d’asma ogni qualvolta che si sente attaccata dalla realtà che la circonda. Sarà l’incontro con il giovane dottore e psicoanalista Otto Gross (Max Hubacher), personaggio realmente esistito, che permetterà alla giovane protagonista di intravedere la possibilità di una vita alternativa e di presentarle la possibilità di viverla al pieno in Svizzera.

Hanna infatti decide di scappare dalla vita nobiliare e di raggiungere il suo dottore sul Monte Verità, dove avrà modo di rifondare la propria esistenza e la propria identità. Dopo i primi pregiudizi, la giovane donna maturerà piena fiducia nei confronti della comunità e della libertà che ella adesso possiede, in particolare attraverso l’esplorazione e la libera esercitazione della fotografia. Quest’ultima permetterà alla giovane protagonista non solo di avere un accesso alla rappresentazione di un mondo che adesso finalmente le appartiene, ma di riprodurlo per come desidera; in particolare, Hanna sceglie di restituire quel dinamismo e quel respiro perduti che ha ritrovato nell’ambiente naturale e nella rinvigorente brezza montana. I soggetti rappresentati non sono più costretti a trattenere il respiro durante lo scatto, immobili come gli animali imbalsamati che si vedevano a corte: al contrario vi è libera composizione, un movimento spensierato e spontaneo.

Il film, uscito in Germania nel 2021, trova uno dei suoi maggiori pregi nell’aver raccontato la realtà della comunità, nel far conoscere la sua storia e nel restituirne fedelmente una narrazione che appare molto più attuale di quanto possa apparire. Probabilmente la vicenda di Monte Verità non è così nota, ma ha qualcosa da insegnare sulla nostra percezione che si ha della storia e soprattutto delle tempistiche con le quali si sono sviluppate delle comunità così modernamente vicine alla sensibilità dei nostri giorni. Vien difficile pensare, ad esempio che questa realtà risale ad oltre un secolo fa ed è stata antecedente alle due guerre mondiali. Altro pregio del film viene sicuramente rappresentato dalle suggestive ambientazioni panoramiche e naturalistiche della Vallemaggia, nel cantone svizzero Ticino, dove sorge appunto il Monte Verità: la Natura non può che ricoprire un simbolico luogo di transizione fra il Vecchio e il Nuovo.

Il film è nelle sale dal 29 Giugno.

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