Lupin III, nipote del famigerato ladro gentiluomo Arsenio Lupin creato nel 1905 da Maurice Leblanc, è finalmente tornato con il suo primo lungometraggio (trailer) in computer grafica creato da Yamazaki Takashi sotto l’egida di Monkey Punch, padre del manga ed anime che in più di quarant’anni ha conquistato generazioni di lettori e spettatori in tutto il mondo.
La formula è perfetta, ci troviamo di fronte dal primo secondo ad una puntata classica della serie tv ma della durata di 90 minuti ed in 3DCG. Nessuna ambizione autoriale, nessuna sbavatura sperimentale, il frutto perfetto di decenni di rodaggio che soddisfa in ogni forma lo spettatore abituale e grazie alla nuova tecnica di animazione si propone alle nuove generazioni di consumatori con smalto e fascino, in poche parole il film garantisce il piacere di sedersi in sala e ritrovare un vecchio amico coerente e in forma come sempre. La storia è semplice e colossale come solo le avventure di Lupin sanno essere, i personaggi sono così iconici che non hanno bisogno di presentazioni o preamboli, sarebbe del resto come pensare di dover spiegare al pubblico chi è Paperino o chi sono Qui, Quo e Qua. Il film regge lo scorrere del tempo e dosa scene d’azione a momenti divertenti fino a parentesi romantiche che esaltano i valori dell’amicizia, l’importanza di avere una cultura e l’amore per l’avventura e la conoscenza. Un film perfetto per il pubblico nostalgico e per le nuove famiglie.
Ritornano sulla scena i 5 eroi di sempre con le loro maschere che rimandano ai canoni più tradizionali del cinema d’avventura e poliziesco degli anni 60/70. Lupin III ci ricorda il suo venerando predecessore francese, James Bond ed una sintesi di romantici avventurieri che rischiano la vita più per l’amore della stessa che per interesse personale. L’eterno amico fraterno di Lupin è come sempre Daisuke Jigen che ricorda nell’aspetto il Clint Eastwood di Sergio Leone ed i tanti yakuza del maestro del genere Fukasaku Kinji. Al fianco del ladro gentiluomo e del cowboy urbano ritorna il tradizionale samurai Goemon Ishikawa esperto di Lai (arte di sguainare la spada) che con i suoi silenzi e le sue azioni repentine e precise ricorda l’immortale Toshiro Mifune negli adattamenti di Akira Kurosawa. Fujiko Mine torna in gioco seduttiva e scaltra come sempre, erede sveglia delle femme fatale della storia del cinema americano, femminista con un debole per gli idealismi di Lupin, Fujiko è figlia d’arte di Catwoman e figura seminale delle eroine di oggi: prima fra tutte Lara Croft. L’ispettore Zenigata è semplicemente meraviglioso come sempre, coerente con la scuola del cinema noir e tutto sommato un po’ imparentato con le sue riletture satiriche e primo fra tutti l’indimenticabile ispettore Clouseau di Peter Sellers. La squadra collaudata ritorna in un prodotto d’azione senza cadute di ritmo con un senso del tempo ben calibrato ed un chiaro intento di costruire con innovazioni estetiche ed amore per la tradizione del fumetto un nuovo filone di avventure.
Lupin III nasce nel 1967 per mano del genio del manga Monkey Punch con il titolo Rupan Sansei e viene ospitato dalla prestigiosa testata dell’epoca Manga Action. Nel 1971 viene trasmessa in Giappone la prima puntata da Yomiuri Tv diretta dal solido professionista Masaaki Ōsumi (Carletto principe dei mostri Kaibutsu Kun). Dopo la trasmissione della seconda puntata lo studio Tokyo Movie chiese al regista di cambiare le caratteristiche psicologiche dei personaggi (troppo apatici e disillusi) e ridurre la carica erotica della figura femminile di Fujiko, Masaaki si rifiutò e lasciò la serie che trovò in due giovani talenti la linfa per fare di Lupin III, uno degli eroi giapponesi pop più amati di sempre. Il primo regista agli esordi con Lupin fu l’immenso Takahata Isao che anni dopo avrebbe realizzato l’iconica Heidi – Arupusu no shōjo Haiji (1974) ed i capolavori cinematografici Una tomba per le lucciole – Hotaru no haka (1988) e La storia della principessa splendente – Kaguya-hime no monogatari (2013). Il secondo regista chiave della prima stagione di Lupin fu il futuro gigante degli anime Miyazaki Hayao che non ha bisogno certo di vedere citato il suo curriculum.
Il 16 dicembre del 1978 uscì nei cinema giapponesi Lupin III e la pietra della saggezza – Rupan Sansei – Rupan tai kurōn diretto da Yoshikawa Sōji (già noto per l’anime di Rocky Joe). Nel 1979 l’impegno di Miyazaki Hayao per il successo di Lupin sarà premiato con l’opportunità di esordire alla regia cinematografica con l’anime Lupin III e il castello di Cagliostro – Rupan Sansei: Kariosutoro no shiro e da quel momento in poi il nome del regista di talento giapponese riuscirà solo a crescere così come il successo del ladro gentiluomo. Il prototipo definitivo di Lupin si riscontra dalla seconda serie di anime prodotta fra il 1977 ed il 1978 e fin dai primi due film sopra citati.
La rinascita di Lupin è precisa, colorata e ben calibrata, non si potrà mai parlare di opera in senso artistico, ma il prodotto per l’intrattenimento ha una marcia in più ed una rara consapevolezza di essere un piacevole giocattolo per il pubblico più giovane e per chi riscoprirsi bambino. Lupin è tornato e ci ha di nuovo rubato il cuore.