Gli amori di Anaïs, la recensione: desiderio? Sì… ma di corsa

Gli amori di anais recensione

Velocità, colore, freschezza, sono tra le parole chiave per descrivere Anaïs (Anaïs Demoustier), protagonista del film Gli amori di Anaïs (trailer), primo lungometraggio firmato Charline Bourgeois-Tacquet.

Le musiche di Nicola Piovani (premiato ai France Odeon per la miglior colonna sonora) fanno entrare fin da subito in un’atmosfera frizzante che ci accompagna nell’appartamento di Anaïs. Qui la macchina da presa segue il vorticoso movimento della protagonista con piani sequenza coreografici che esemplificano al meglio la confusione del momento fatidico dell’arrivo dei trent’anni. La frenesia di Anaïs, nei primi momenti del film, è tale da far temere che la ragazza possa prendere fuoco da un momento all’altro (non a caso, l’appartamento prenderà veramente fuoco).

Nella vita della protagonista pause non sono contemplate e anche nelle relazioni amorose è tutta un po’ una corsa: se il suo primo fidanzato viene presentato fugacemente, dalla seconda relazione scaturisce invece il turning point della storia. Infatti, l’incontro e poi la breve relazione con l’editore Daniel (Denis Podalydès), la porta da Emilie (Valeria Bruni Tedeschi). Emilie è colta, fa la scrittrice ed è la moglie di Daniel. Anaïs sviluppa un’ossessione nei confronti della donna dopo aver letto uno dei suoi libri e averne riscontrato un’affinità non indifferente.

Da quel momento inizia a seguirla tendando in ogni modo di sedurla. Anaïs, ammaliante e calda come il vestito color corallo che indossa, riesce ad avvicinare Emilie. Le due donne finiscono per fare l’amore sulla spiaggia in una scena fatta di intimità e dolcezza resa in maniera impeccabile. Nelle settimane successive il loro desiderio viene segretamente suggellato tra scambi di lettere d’amore rilegate di passione. Dopo qualche settimana le due si rincontrano nella Hall di un Hotel in un finale purtroppo fatto di retorica e poca originalità. 

gli amori di anais, la recensione

Il film si muove bene tra momenti comici inaspettati e per niente forzati e scene intense. Interessante poi come sono stati studiati i personaggi di Emilie e Anaïs. Quest’ultima giovane e bella, dovrebbe incarnare l’emblema della libertà e invece la sua estrema frenesia viene tradotta con un personaggio imprigionato, un gelsomino bianco non ancora sbocciato che viene scambiato per edera. Emilie invece, donna adulta e formata, incarna la leggerezza più assoluta, come se con l’età avesse trovato il nirvana. Fin troppo ovvio il perché dell’ossessione di Anaïs per Emilie: in lei vede tutto ciò che vorrebbe essere da grande, vede una madre in salute (la sua è malata di cancro), un’amica fedele e un’amante perfetta.

La cosa più interessante del film è sicuramente il modo in cui ogni relazione tra i personaggi è legata dalla passione per la letteratura; i libri sono infatti i co-protagonisti della storia a tal punto che sentire lo squillo del cellulare di Anaïs sembra strano e dissonante. Veniamo come teletrasportati in un mondo dove la tecnologia non è onnipresente, e la gioia di leggere un libro, di sfogliarne le pagine e assaporarne l’odore è ancora possibile.

Piccola nota che ci sentiamo di aggiungere, suggerita dalla stessa Valeria Bruni Tedeschi durante la conferenza stampa, è di fruire del film in lingua originale ove possibile, in quanto l’attrice per disguidi con la produzione non ha potuto doppiarsi in italiano.

Gli amori di Anaïs disponibile dal 28 aprile.

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