Crunchyroll: che cos’è e come ha fatto a diventare così popolare?

Crunchyroll - Approfondimento

L’ultimo decennio, inutile girarci troppo intorno, è stato il decennio dello streaming e del binge watching. Le piattaforme di distribuzione online, Netflix e Amazon in primis, hanno ormai modificato le abitudini di fruizione della maggior parte dei propri utenti. Lo zapping alla televisione è stato sostituito da una pratica altrettanto compulsiva: lo scroll negli infiniti e sconfinati cataloghi di serie e film offerti dalle piattaforme. Sarà capitato a tutti almeno una volta di ritrovarsi a girovagare per ore senza meta, alla ricerca di qualcosa da vedere, arrivando ad imparare a memoria gran parte dei titoli suggeriti. Tuttavia, negli ultimi anni, nei cataloghi di Netflix e Amazon hanno iniziato ad apparire titoli con cui, per la prima volta, una larga fetta di utenti aveva forse ben poca familiarità. Fino a cinque o sei anni fa, gli anime erano ancora un prodotto di “nicchia”, una nicchia decisamente larga se prendiamo in considerazione le centinaia di migliaia di fan affezionati del genere, ma comunque un prodotto con un target ben preciso. Oggi questo target si è allargato notevolmente e lo dimostra la popolarità sempre maggiore di piattaforme dedicate esclusivamente al genere come Crunchyroll.

Crunchyroll è nato nel 2006 e, in un primo momento, si occupava di ricaricare online tutti quegli anime non disponibili al di fuori del Giappone. Tutto ciò, naturalmente, senza avere alcun tipo di licenza legale e, in più, a scopo di lucro, guadagnando grazie ai tipici banner pubblicitari ed ai pop-up spam. Il sito divenne immediatamente popolare, arrivando a numeri esorbitanti che dimostravano la crescente e massiccia domanda internazionale che si stava sviluppando anno dopo anno attorno ai prodotti anime. Nel corso del tempo, passando di proprietà in proprietà, la piattaforma è stata ripulita dalle sue “vecchie abitudini” e ha acquisito un’immagine migliore di fronte agli investitori e ai potenziali partner commerciali, arrivando ad attirare l’attenzione di brand come Sony. Nel 2020 infatti, Funimation, sussidiaria di Sony Pictures Television, ha annunciato di aver raggiunto un accordo con AT&T e WarnerMedia per l’acquisto Crunchyroll per una cifra di circa 1,175 miliardi di dollari. Si è trattato di una tappa fondamentale nell’ascesa della piattaforma che, nel 2021, è diventata, sia a livello economico sia a livello di contenuti, la più grande piattaforma streaming dedicata agli anime al mondo.

Nell’ultimo anno, Crunchyroll ha lavorato parecchio all’elaborazione di cataloghi di contenuti e tipologie di abbonamenti differenti per offrire agli utenti la possibilità d’accesso all’intera gamma di prodotti, per un totale di oltre 16.000 ore di programmazione e più di 44.000 episodi. Nel frattempo, gli altri colossi del mercato dello streaming di massa come Netflix hanno iniziato a raggiungere i limiti della crescita, sollevando dubbi sul fatto che i loro volumi di investimento in contenuti specializzati come gli anime siano effettivamente sostenibili. Questa dinamica da parte della concorrenza ha lasciato Crunchyroll da sola, in ascesa all’interno una fetta di mercato in rapida e continua crescita.[1]

Crunchyroll L'approfondimento sulla piattaforma streaming

Netflix e Amazon si sono ritrovati più volte ad inseguire il sito arancione, trovandosi costretti a riproporre sui propri cataloghi i prodotti più popolari arrivati in anteprima su Crunchyroll anche a distanza di diversi mesi (in alcuni casi anni) alla luce di una richiesta sempre più pressante da parte delle proprie utenze. L’esclusiva sull’uscita di prodotti di tendenza come Demon Slayer, Attack on Titan, Jujutsu Kaisen, Spy x Family e molti altri ha permesso a Crunchyroll di ampliare velocemente la fila dei propri abbonati ma non solo. La presenza nel catalogo di anime del calibro di One Piece e Naruto, ha attirato anche fan affezionati e di più vecchia data. L’approccio vincente scelto da Crunchyroll è quindi quello di combinare ampiezza e profondità per soddisfare i fan esistenti e attrarne sempre di nuovi.  

Nel 2021 un rapporto AJA (Association of Japanese Animation) ha rivelato un costante aumento della domanda e che i profitti di tutti i campi del mercato anime nel 2021 erano cresciuti rispetto all’anno precedente. I campi che hanno fatto segnare il maggior incremento sono stati: lo streaming (+86 miliardi di yen rispetto al 2019); il merchandising (+76 miliardi di yen rispetto al 2019); il mercato internazionale (+113 miliardi di yen rispetto al 2019)[2]. Il guadagno di Crunchyroll, quindi, non si limita solo ai servizi streaming ma sfrutta anche le uscite cinematografiche, le vendite di prodotti per l’home entertainment e le licenze di merchandising e distribuzione secondaria. In particolare, la distribuzione al cinema di film come Jujutsu Kaisen 0 (2022) e Demon Slayer – Il villaggio dei forgiatori di katana (2023) ha riscosso un successo senza precedenti. Il caso di Demon Slayer da questo punto di vista è davvero emblematico per comprendere la misura della popolarità che la piattaforma sta raggiungendo oggi. Basti pensare che la pubblicazione simulcast dell’ultimo episodio della stagione ha causato un crash del sito per diverse ore. Allo stesso modo, anche la premiere della seconda stagione di Jujutsu Kaisen, disponibile sulla piattaforma dal 6 luglio, ha registrato numeri impressionanti avvicinandosi a quelli di colossi come One Piece.

L’hype che si genera attorno a questi prodotti spesso è da ricercare nell’enorme successo che riscuotono su social come TikTok. Non è un caso che l’ascesa del social network cinese sia andata quasi di pari passo con l’aumento esponenziale del numero di spettatori nei paesi occidentali, raddoppiati negli ultimi 4 anni. I montaggi e i mashup delle sequenze più iconiche e spettacolari di film e serie anime hanno contribuito ad alimentare la curiosità di un pubblico sempre più esteso che oggi richiede agli studi di animazione uno sforzo costante per restare al passo con la domanda. Una domanda che durante la quarantena dovuta al Covid-19 non ha fatto altro che aumentare al di fuori del Giappone sostenuta da tutti quegli utenti che, esauriti i tradizionali cataloghi streaming, hanno deciso di dare una possibilità ad uno o due anime di cui dopotutto “sentivano parlare da tanto”.


SITOGRAFIA

[1]https://www.forbes.com/sites/robsalkowitz/2022/08/12/how-crunchyroll-is-building-an-empire-of-anime/

[2]https://www.animeclick.it/news/98467-industria-anime-anno-record-ma-con-diversi-dubbi-sul-futuro#:~:text=Il%20ritmo%20in%20continuo%20aumento,%25%20rispetto%20all’anno%20precedente

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