Chernobyl, episodio quattro – The Happiness of All Mankind

the happiness of all mankind

Nel quarto episodio di Chernobyl (qui il trailer), The Happiness of All Mankind, i nodi vengono al pettine. Le conseguenze del disastro di Chernobyl non si fermano alla colata di cemento che copriva, dolorosamente, la bara del pompiere Vassilij Ignatenko nel finale dello scorso episodio. Altri punti nodali della serie cominciano ad emergere, realizzando i timori che soprattutto dalla terza puntata erano cominciati a sorgere. Quel messaggio che appariva chiaro e originale nelle prime battute, rischia di diventare pedante e trasformarsi in una fastidiosa predica.

Continuano, infatti, le difficoltà del trio Legasov-Shcherbina-Khomyuk, alla ricerca di una soluzione e della verità, con la solita politica che sacrifica entrambe nel nome della propaganda e dell’immagine. Cosa c’è di più rispetto agli episodi precedenti? La serie sembra voler frustrare lo spettatore allo stesso modo dei suoi protagonisti, che fanno passi avanti nella risoluzione dei loro problemi con la stessa difficoltà di un maratoneta in un pantano. Ogni scena, ogni inquadratura, ogni battuta fanno riecheggiare sempre lo stesso messaggio. Tanto che il rischio che i personaggi diventino meri strumenti si acuisce. Per alcuni è già così.

La linea narrativa della Ignatenko pare concludersi con due inquadrature: la funzione del personaggio è finita, inutile infierire su chi ha comunicato fin dal primo momento solamente un insopportabile pietismo. Se non fosse che sembra cedere lo scettro a qualcun altro, ovvero il volontario ammazza-cani Pavel. Sembra il rovesciamento del “Save the cat” di Blake Snyder: se nel manuale di sceneggiatura si consigliava di far salvare un gatto all’eventuale protagonista antipatico, qui, qualora non si fosse rimasti colpiti dalla morte di pompieri, ingegneri ed operai, vengono mostrate le uccisioni del miglior amico dell’uomo. Con la Ignatenko abbandonata in modo sbrigativo, si ha la sensazione che anche Pavel sia condannato ad un ruolo strumentale. Rimane, quindi, come unico sprone a vedere (per fortuna) l’ultima puntata la ricerca della verità sull’esplosione del nocciolo. Khomyuk infatti procede al reperimento di prove per una possibile spiegazione che sarà sviscerata nel processo finale, ma il giudizio della corte sulla serie pare già espresso: l’evento storico di Chernobyl è più interessante della serie Chernobyl.

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