Vikings, la recensione della sesta stagione su Netflix

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Vikings (trailer), serie storica prodotta e scritta da Michael Hirst, ritorna ufficialmente per un ultimo amaro addio con la prima parte della sesta stagione. Niente è prevedibile in Vikings, difatti così sono i vari subplot – i quali man mano si intrecciano fino a completare ogni pezzo mancante del puzzle – che riescono a mantenere alto il pathos e l’attenzione dello spettatore fino al decimo episodio.

Le vicende dei nostri amati personaggi vichinghi si svolgeranno in luoghi differenti. Da una parte ci troviamo nella Russia del IX secolo, luogo in cui Ivar precedentemente esiliato si insedia grazie soprattutto alla conoscenza del re Olag (detto il profeta). Con esso instaura dapprima un legame di intesa e poi un’alleanza spietata. La tanta follia di Ivar (Alex Høgh) dimostrata nella precedente stagione, verrà incredibilmente superata da quella dello stesso Oleg (Danila Kozlovsky), il quale prendendo pian piano confidenza con il “Senz’ossa” confessa il suo sanguinario passato, l’omicidio della moglie, la rivalità col fratello e soprattutto l’ambizione machiavellica di invadere il regno norvegese usando qualsiasi mezzo a disposizione, anche il più ingiusto. In questo caso, la presenza di Ivar nel castello non è un caso poiché Re Oleg lo sfrutterà a suo piacimento vista sua forza strategica.

Hvitserk (Marco Ilsø) invece si rivela in quest’ultima stagione di Vikings un personaggio molto confuso e contraddittorio fino alla fine del decimo episodio. Egli cade nel delirio più totale a causa delle allucinazioni dovute al suo frequente stato di ubriachezza e ai sensi di colpa. Questo sfasamento psichico si ricollega alle azioni del fratello Ivar commesse nella precedente stagione. Il fratello è difatti il diretto colpevole della morte della sua amante Thora (Eve Connolly) bruciata viva ingiustamente.

Hvitserk non avrà una qualche utilità all’interno del nucleo narrativo, anzi stravolgerà la vita di tutti gli abitanti di Kattegat uccidendo involontariamente la protagonista indiscussa insieme a Ragnar (Travis Fimmel) della serie: Lagherta (Katheryn Winnick). Odiato da tutti, verrà esiliato e per un’assurda coincidenza incontrerà proprio Ivar, causa di tutti i suoi mali. Contrariamente a ciò che si può pensare per logica, egli tornerà in buoni rapporti con lui e si stabilirà dal re Oleg come suo suddito e alleato. Questo passaggio appare fin da subito molto incoerente e ben poco sviluppato a livello di scrittura. Manca quel conflitto interiore, quella redenzione che poteva svilupparsi tramite un rifiuto netto nel prendere parte nuovamente ai piani malefici e insensati di Ivar dimostrando così una svolta eroica all’interno della serie. La realtà dei fatti è che per ora si è dimostrato soltanto un antieroe abbastanza mediocre e marginale.

La leggendaria Lagherta abbandona la sua amata Kattegat e il suo passato da Shield Maiden per ricostruirsi una vita in un villaggio rurale in memoria anche di quella vita spensierata passata con Ragnar nella loro fattoria. Lo spirito da combattente però non l’ha mai abbandonata e infatti riprenderà le armi non appena vedrà attaccata la sua nuova casa.

The Ice Maiden sarà il vero episodio colmo di emozioni. In una meravigliosa sequenza durante il funerale, vedremo Lagherta ricongiungersi con il suo amato Ragnar. Per quanto riguarda Bjorn (Alexander Ludwig), non si è verificata una completezza caratteriale degna di un eroe vichingo. Il suo percorso di crescita appare quindi ancora lungo e tortuoso. Egli si troverà di fronte a tre diverse problematiche che lo tormenteranno nel corso di questi episodi. Prima di tutto non è riuscito ad ottenere la nomina ufficiale di re della Norvegia, ha perso un figlio e sua madre è morta per mano di suo fratello. In riferimento a questa snervante situazione, Ivar fa pensare che – in una sequenza onirica in cui dialoga con Bjorn – “gli dei sembrano non essere più della sua parte”. Sarà così?

Non ci è concesso giungere a conclusioni affrettate ma i primi dieci episodi si aprono a molte interpretazioni e a molteplici spunti di riflessioni. Nonostante la sesta stagione si dimostri a tratti iterativa e flemmatica apporta nuove vicende e nuovi personaggi. Queste novità si dimostrano il più delle volte intriganti e spesso e volentieri più interessanti dei personaggi principali della serie. L’elemento di stallo che però fa storcere il naso si rivela essere la mancata presenza di un personaggio chiave iconico come è stato Ragnar. L’assenza di questa figura fa perdere all’intera serie quel senso di appeal che dapprima contraddistingueva le vicende legate al grande Lothbrok.

In conclusione, non ci resta che aspettare la distribuzione dell’ultima parte della sesta stagione di Vikings per poter giudicare definitivamente. I primi dieci episodi sono ufficialmente sulla piattaforma streaming di Netflix dal 5 marzo.

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