The Mother, la recensione del nuovo film con Jennifer Lopez su Netflix

The Mother recensione del film Netflix con Jennifer Lopez

Reduce dall’action-comedy Un matrimonio esplosivo, uscito in Italia a gennaio 2023 sulla piattaforma Prime Video, Jennifer Lopez torna adesso – questa volta su Netflix – con un’altra pellicola d’azione, The Mother (trailer).

La popstar e attrice latino-americana interpreta un personaggio senza nome, un’ex militare che in seguito a legami sbagliati con un suo collega mercenario (Joseph Fiennes) e un trafficante d’armi (Gael Garcia Bernal), sceglie di tradirli diventando un’informatrice per l’FBI. Costretta ad abbandonare la sua bambina poco dopo il parto, si nasconde in Alaska per oltre dodici anni, ma quando viene a sapere che i nemici hanno scoperto l’identità della figlia, ormai ragazza (Lucy Paez), è costretta ad uscire allo scoperto per proteggerla ad ogni costo.

Il film della regista Niki Caro (la ricordiamo per aver diretto il live-action di Mulan o La signora dello zoo di Varsavia) aveva tutte le carte in regola per essere un buon thriller ricco di suspence, azione e adrenalina con una figura femminile forte e indipendente come protagonista. Tuttavia, queste premesse sono state tradite da una sceneggiatura – scritta a sei mani da Peter Craig, Andrea Berloff e Misha Green – che risulta debole e alquanto prevedibile.

The Mother recensione del film Netflix con Jennifer Lopez

L’identità materna e il rapporto madre-figlia sono stati pensati per essere il motore principale della storia, l’elemento di forza che instaura un rapporto con lo spettatore stimolando la sua parte più emotiva; ciò che sembra mancare, però, è proprio questo legame profondo fra le due: per tutto il corso della narrazione si attende un avvicinamento che alla fine non riesce ad arrivare. La volontà di far apparire il personaggio di Jennifer Lopez come una donna forte, una “tipa tosta” senza paura e spietata nel combattere i nemici, diventa un’arma a doppio taglio per la protagonista, la quale alla fine risulta troppo fredda nei momenti che, al contrario, necessiterebbero più emotività. Ad esempio, il tempo che le due passano insieme nascoste in Alaska, con la madre che insegna alla ragazza a guidare, difendersi e usare le armi, non riesce a mostrare totalmente l’affetto che intanto sta nascendo fra le due.

Oltre a questo, va aggiunta la mancanza di profondità psicologica dei personaggi che, eccetto la madre e la figlia, rimangono piuttosto marginali. Adrian ed Hector, i due antagonisti, appaiono relativamente in poche scene per essere i rivali principali della storia, e il desiderio di vendetta per una donna che li ha traditi è un motivo forse troppo approssimativo per giustificare una caccia lunga più di dodici anni. Fatta eccezione per un flashback che tenta di spiegare allo spettatore il loro collegamento con la madre, del passato di questi due uomini sappiamo ancora meno e, forse, un focus maggiore sulla loro storia avrebbe aiutato la narrazione, oltre che il coinvolgimento. Un’occasione sprecata, dunque, per sfruttare attori del calibro di Joseph Fiennes e – soprattutto – Gael Garcia Bernal, che ottiene uno screentime inspiegabilmente breve.

Ciò che funziona, e che sicuramente non avrà problemi nell’attirare la curiosità del pubblico, è l’aver scelto Jennifer Lopez come protagonista. La popstar, produttrice del film e con un ruolo cucito ad hoc, si destreggia bene nelle scene d’azione e di combattimento, ma la mancanza di spessore e caratterizzazione fanno sì che lo spettatore non si perda nella narrazione quanto basta per empatizzare con il personaggio.

In conclusione, nonostante qualche dettaglio interessante e un cast ben assortito, il nuovo thriller Netflix non riesce a brillare come previsto, risultando in un’opera piatta e priva di identità che si abbandona troppo facilmente ai cliché dei film d’azione. Una mancata opportunità per Niki Caro e Jennifer Lopez di realizzare una buona e intrigante pellicola.

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