The Idea of You, la recensione del nuovo film su Prime Video

Il 2 maggio è approdata su Prime Video la nuova commedia romantica targata Amazon, The idea of you (trailer). Un film diretto da Michael Showalter (Gli occhi di Tammy Faye e The Big Sick…) cimentatosi nella storia raccontata dal romanzo omonimo di Robinne Lee, pubblicato nel 2017.

L’adattamento cinematografico dell’opera di Lee vede nelle vesti dell’attrice protagonista la strabiliante Anne Hathaway. Quest’ultima interpreta Solène una madre single quarantenne proprietaria di una galleria d’arte a Los Angeles che, nel pieno di una crisi esistenziale, inizia un’improvvisa storia d’amore con Hayes Campbell – interpretato dall’affascinante coprotagonista Nicholas Galitzine – ventiquattrenne e frontman degli August Moon, una delle boy band più seguite dagli adolescenti. Così come dichiarato dall’autrice, la giovane pop star al centro della sua storia è ispirata a molte icone della scena musicale britannica, in particolare l’ormai affermato cantautore Harry Styles.

Un incontro inaspettato che genera una storia d’amore passionale. Per entrambi la posta in gioco è alta ma le complicazioni non tardano ad arrivare: Solène è frenata a causa della differenze d’età e dalla pesante vita sotto i riflettori. Nonostante ciò, gli sceneggiatori tendono a non sottolineare costantemente il divario generazionale fra i protagonisti, forse anche per non rivolgersi ad un pubblico in particolare, lasciando dunque a tutti la possibilità di potersi immedesimare.

Ad ogni modo, The idea of you affronta temi relativamente densi che ci dimostrano come ancora a fare scandalo sia il divario anagrafico tra una donna e un ragazzo. Quaranta lei, ventiquattro lui e la loro storia d’amore finisce in una gogna mediatica senza fine, fenomeno che a parti inverse non avrebbe avuto questo peso. Soléne nel film viene etichettata come una “cougar”, una “vecchia” che intrattiene rapporti con uomini più giovani, i cosiddetti “play boy”: una rappresentazione femminile forse un po’ troppo démodé.

Il voler affrontare i pregiudizi in nome dell’amore sembra quasi venire meno, oscurato da una lunga serie di cliché visti e rivisti. Una classica love story che ne segue regole e principi, ma con piccole differenze che regalano quel qualcosa in più. È interessante anche notare il rapporto tossico tra le boyband e il loro fandom. Quest’ultimo, così come i mass media, viene costantemente criticato a causa della sgradita intempestività, mettendo sotto una luce diversa la qualità della vita privata dei personaggi famosi.

L’adattamento del romanzo ci regala una commedia delle più classiche, di spessore, ma senza purtroppo originalità, diventando banalmente un cliché. Un film anacronistico, dai temi alquanto superati, che ricorda vagamente le classiche storie romantiche degli anni 90’. È quindi un prodotto che potrebbe essere disapprovato da molti, ma comunque lineare nel suo procedere tra situazioni osé, drammi e un classico lieto fine.

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