The Boys, l’ingannevole eroismo delle apparenze

The Boys

Come sarebbe il mondo se i supereroi ne divenissero i difensori ufficiali? Di storie su mutanti e eroi dai poteri speciali ne esistono un numero vastissimo e optare per un prodotto che abbracci questa tematica ma si riveli anche originale è effettivamente complicato. The Boys (qui il trailer) riesce in questo intento mettendo in gioco una nuova possibilità narrativa: e se questi eroi fossero meno puri e stimabili di quanto l’apparenza lascia immaginare? Non parliamo affatto dei classici “cattivi”, dei villan tipici dei fumetti e dei cinecomic, ma di finti buoni, che celano un livello di ipocrisia ancora più riprovevole della palese malvagità. 

La società Vought ha creato un business di enorme successo selezionando e raggruppando alcuni individui speciali di cui servirsi per la protezione dei comuni cittadini, dando pertanto vita a una nuova task force di stampo “soprannaturale”.  Con la Vought gli eroi diventano supereroi  e a tutti gli effetti divi dalla popolarità gigantesca, contraddistinti da atteggiamenti perfettamente paragonabili a quelli di una star del cinema. In questo sistema si inserisce la candida Starlight (la talentuosa e angelica Erin Moriarty), animata da un desiderio immacolato di salvare il mondo: “Da quando essere speranzosi e ingenui è la stessa cosa?”. I sogni della ragazza dovranno però scontrarsi con la durezza di una realtà molto diversa da come l’aveva sempre idealizzata.

The Boys

Inoltre, parallelamente al percorso insidioso a cui è sottoposta Starlight, la sceneggiatura sviluppa la ricerca di vendetta e giustizia perseguita dal timido Hughie (Jack Quaid), che si ritroverà sostenuto da insoliti e bizzarri aiutanti, con a capo Billy Butcher, interpretato dall’incisivo Karl Urban. Starlight e Hughie dovranno prima di tutto affrontare le proprie insicurezze e determinare la propria vera identità. Combattere per un’ideale è ciò che li accomuna e che sembra differenziarli dagli eroi ufficiali di questa dimensione diegetica, quelli idolatrati da tutti, come il Patriota (Antony Starr di Banshee) , A-Train (Jessie Usher) e Abisso (Chace Crawford di Gossip Girl).

Una riflessione abbastanza immediata è sugli effetti nefasti della strumentalizzazione mediatica, figlia della dell’era dell’immagine e della modernità, dove le apparenze sovrastano la sostanza e determinano la Storia. Lo squallore, come muffa invisibile, contamina ogni cosa e spezza l’integrità dei più. Allora giunge la fatidica domanda: chi è l’eroe della storia? Come spesso accade, anche qui le apparenze possono ingannare e i veri eroi, super o meno, sono nell’ombra e subiscono le angherie dei prepotenti. Toccherà a loro e a un gruppo di ribelli “sporchi e cattivi” trovare la forza di rialzarsi da terra per cambiare questo eterno viscido show, perché senza di loro “the show must go on”.

The Boys è tratto dalla omonima serie a fumetti; irriverente, contraddistinto da una travolgente e tagliente ironia da black comedy, nonché da un ricorrente citazionismo e riferimento alla cultura pop, pur non brillando in artisticità, si conferma un prodotto seriale intelligente e spassoso, con una buona sceneggiatura, una discreta regia e un cast apprezzabile.

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