Nel 2014 Angelina Jolie firmava il suo terzo lungometraggio da regista, proponendo una trasposizione cinematografica del libro Sono ancora un uomo. Una storia epica di resistenza e coraggio di Laura Hillenbrand. Con l’aiuto dei fratelli Coen, impegnati nella stesura della sceneggiatura, nasce Unbroken, un film sul quale la critica internazionale ha espresso pareri discordanti.
Unbroken (trailer) narra l’incredibile storia vera di Louis Zamperini, un promettente atleta di origini italiane arruolatosi nell’esercito americano durante la Seconda guerra mondiale, il quale dovrà affrontare le terribili conseguenze della casualità e della violenza disumana del nemico. Louis, infatti, interpretato da Jack O’Connel (vincitore per altro del premio come ‘Miglior stella emergente’ ai BAFTA 2015), si trova a bordo di un precario bombardiere americano quando l’aereo precipita nel bel mezzo dell’oceano pacifico. Sopravvissuto miracolosamente 47 giorni a bordo di un gommone gonfiabile, in compagnia del pilota e amico ‘Phil’ (Domhnall Gleeson), solamente per essere salvato da un’imbarcazione militare giapponese. Sarà quindi deportato in un campo di prigionia nei pressi di Tokyo, nel quale subirà inerme la pazzia e la violenza del caporale Watanabe per altri due anni, prima che la guerra finisca e i soldati americani riusciranno finalmente a tornare a casa.
Da subito la Jolie introduce un forte sentimento religioso, che sarà uno dei temi ricorrenti della pellicola senza però risultare eccessivo o troppo esplicito. Salta subito agli occhi dello spettatore la cura dell’estetica che caratterizzerà il film per tutta la sua durata, coniugando la grande abilità di Roger Deakins (candidato agli Oscar 2015 per ‘Migliore fotografia’) con una maniacale minuziosità nei dettagli.
Essendo tratto da una storia vera, il pubblico è sicuramente più spinto ad immedesimarsi nella sofferenza del protagonista. Nonostante ciò, Unbroken non arriva ad emozionare come si avrebbe voluto. L’estenuante ricerca del dettaglio della regista, porta il film ad una durata forse eccessiva.
Piacevole, invece, è la scelta di alternare le immagini sul bombardiere con flashback che raccontano la giovinezza del protagonista e la sua passione per la corsa. Purtroppo però dopo la prima parte questi excursus temporali spariranno e il resto del racconto apparirà lineare. Così facendo lo spettatore perde quella riuscita intimità che si era formata, e diventa testimone della violenza subita dal protagonista, ma non ne partecipa.
Con Unbroken Angelina Jolie rinnova il suo forte impegno civile, e porta sul grande schermo non un war-movie, ma una denuncia alla guerra e ai suoi orrori, vissuta attraverso gli occhi di un eroe della Seconda Guerra Mondiale, al quale la regista dedica questo inno commemorativo.