#RomaFF16: Vita da Carlo, la recensione dei primi quattro episodi

Vita da Carlo, la recensione

Continua la direzione ormai intrapresa dalla Festa del cinema di includere sempre più serie tv nel proprio programma e, dopo Zerocalcare e Muccino, arriva anche la serie autobiografica scritta e diretta da Carlo Verdone Vita da Carlo (trailer), prodotta da i De Laurentis e distribuita da Amazon Prime Video a partire dal 5 Novembre. Tra il cast troviamo, oltre a Verdone naturalmente, Max Tortora (che interpreta se stesso), Monica Guerritore, Anita Caprioli e Antonio Bannò e tanti altri.

Dopo i tanti ultimi lavori altamente discutibili da parte del pupillo di Leone, l’approdo di questa serie poteva rappresentare finalmente una boccata d’aria fresca. Il grande coinvolgimento della sfera privata dell’attore poi, aveva alimentato ancor più speranze, in quanto si sa, quando Verdone racconta di sé e dei suoi aneddoti sui più disparati personaggi, è sempre interessante e spassoso starlo a sentire. A pensarci bene, forse sarebbe stato molto più coinvolgente risentire per l’ennesima volta le storie sulla Sora Lella, che questo basso e stanco tentativo di intrattenimento.

Sì, perché stanco forse è il termine più adatto. La serie si apre con un Verdone che auto-ironizza sul suo essere intrappolato dai suoi celebri e storici personaggi e il suo quasi rimpianto di non aver potuto allontanarcisi troppo. In questo modo si aggira furbescamente la questione e, questa autoironia, viene utilizzata come un banale pretesto per rimarcare insistentemente gag ormai morte e sepolte, che farebbero ancora ridere solo se riprese nei contesti e nei film in cui sono nate. E se le rivisitazioni dei vecchi tormentoni possono sembrare stantie, ancor più assurdo è che lo sembrino anche quelli nuovi già sul nascere, oltre che spesso fastidiosi e ripetitivi.

La comicità della serie risulta estremamente pigra e quasi mai divertente, il che rappresenta ovviamente un gran bel problema per una serie comica. Sia a Verdone che a Max Tortora non mancano i tempi comici e riescono a strappare ogni tanto un sorriso (anche se molto raramente), ma a fronte di una scrittura così becera e noiosa, c’è poco che il talento possa fare per porre rimedio. I personaggi risultano abbozzati e alcuni di essi addirittura fastidiosi, impoveriti da una recitazione non sempre a buoni livelli. Senza poi citare un’integrazione visiva dei social a schermo che definire vecchia e mal presentata sarebbe dire poco: la serie a tratti ricorda una sitcom di bassa lega e di altrettanto basso budget, anche nella fotografia.

Altro elemento su cui la serie gioca costantemente è l’eccessiva bontà di Carlo e del suo non saper dire di no a chi lo circonda, che lo porta a cacciarsi in situazioni disagevoli, le quali risultano anch’esse ripetitive già solamente dopo i primi episodi. Ironia della sorte, per la svogliatezza con cui si propone, sembra proprio questa stessa caratteristica di Verdone ad averlo portato a questa serie, senza essere riuscito a fermarla in tempo. E non è senza dispiacere che si stronca un prodotto di un regista e di un attore che ha dato così tanto alla comicità italiana e che purtroppo, ormai da un lungo tempo, non riesce più a convincere. Ricordiamo comunque che la serie completa uscirà su Prime Video a partire dal 5 Novembre, con la speranza (ormai molto fievole) che i restanti episodi siano migliori di quelli visti finora.

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