#ROMAFF15: Palm Springs, la recensione

palm springs

“Tutti ne parlano” è la categoria che ospita Palm Springs (trailer) alla Festa del cinema di Roma, e tutti ne parlano davvero. Perché l’originale Hulu di Max Barbakow è un film fresco e divertente, nonostante l’impresa non fosse scontata, viste le acque in cui naviga la pellicola. L’escamotage che lo sceneggiatore Andy Siara utilizza per raccontare la storia di Nyles (Andy Samberg) e Sarah (Cristin Milioti) è infatti quello del ben noto loop temporale, ma grazie al fatto che il film non si prende troppo sul serio (“It’s one of those infinite time loop situations you might have heard about”), riesce a sfruttare e a far fruttare la paradossalità della situazione, regalando al pubblico una commedia (romantica) di tutto rispetto.

Quale miglior circostanza del matrimonio per riflettere sull’amore? È la sorella della protagonista, Tala (Camila Mendes) a doversi sposare, con una cerimonia da sogno a Palm Springs, che tutti sembrano godersi, ma mai quanto Nyles, così a suo agio da indossare addirittura un costume da bagno e una camicia hawaiana. È invece proprio Sarah ad essere tesa in questa giornata così importante per la sorella, finché non incontrerà Nyles, il cui pregio sarà quello di salvarla dall’imbarazzo, ma di coinvolgerla in qualcosa di ben peggiore. E se il matrimonio è un’ottima occasione per riflettere sull’amore, un loop temporale è un’ottima occasione per riflettere sulla vita.

Ed ecco che Palm Springs diventa una dolcissima metafora sulla condizione umana tutta, con particolare riguardo per quella di coppia, essendo anche e soprattutto una romcom. Eppure Siara con la penna e Barbakow con la macchina da presa riescono ad accompagnare il film all’interno di vari generi, facendolo flirtare con essi, ma con moderazione, perchè Palm Springs è in grado di non esagerare mai, neanche nei momenti più assurdi. Questo è sicuramente grazie allo sceneggiatore e al regista , ma è un merito che questi ultimi condividono con Samberg e Milioti, due protagonisti capaci di reggere il peso di un film così scoppiettante sulle spalle e di trasportarlo senza sforzo fino alla fine.

Tra gli interpeti secondari spiccano un JK Simmons in splendida forma e Meredith Hagner, divertente senza mai essere una macchietta, nonostante il rischio di diventare tale fosse dietro l’angolo, visto il personaggio che si trova a mettere in scena. Difatti, sebbene la kafkiana condizione dei protagonisti e la loro bravura avrebbero potuto oscurare il resto del cast, ciò non succede, dal momento che tutti i presenti danno un ottimo contributo, riuscendo a restare impressi allo spettatore, anche quando si tratta di vestire i panni di sempre, come per Peter Gallagher, che si riconferma il “papà da film” per eccellenza.

Palm Springs riesce a distinguersi nel panorama attuale per la sceneggiatura di Andy Siara, che nella sua classicità sa comunicare perfettamente allo spettatore contemporaneo, che tanto condivide con Nyles e Sarah e che ci si augura andrà a vedere il film, in uscita nelle sale il 22 ottobre.

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