Su Netflix: Mad Max: Fury Road

Nel momento in cui questo articolo viene scritto, Netflix conta 3417 opere audiovisive, tra cui 1950 film, 863 serie tv, 604 documentari. Accettare un consiglio davanti ad un oceano di contenuti tale è un’impresa, un vero e proprio atto di fede. Perché proprio quel film? Nel caso di Mad Max: Fury Road, fresco di entrata nell’universo Netflix il 27 Maggio, perché chiunque lo abbia già visto potrà dirvi che non avete visto mai nulla di simile. Sfido chiunque a trovare un film adrenalinico, incalzante e visivamente potente come Mad Max: Fury Road. Ancora non siete convinti (argomentazioni del genere se ne sentono ogni 3 secondi o, anzi, ogni 3 post)? Chiedo allora una cortesia al lettore. Si veda questo trailer. Stia tranquillo, non è uno di quei trailer che dicono tutto della trama e fanno vedere tutto. Ma è un trailer perfetto per capire le qualità del film e l’intensità con le quali le comunica. In sostanza, perché è unico.

Mad Max: Fury Road è quello che il trailer fa vedere: un lunghissimo e spettacolare inseguimento. George Miller, autore di culto della trilogia originale con Mel Gibson, confeziona un film ipercinetico, veloce, ritmato, materiale e materialista. È talmente pieno visivamente e adrenalinico nel suo ritmo costantemente incalzante da far dimenticare la sua pur semplice trama. Max Rockatanski (Tom Hardy), catturato da Immortan Joe (Hugh Keays-Byrne) e dai suoi “war boys”, cerca di scappare dalla sua prigionia e per farlo aiuterà Furiosa (Charlize Theron), in fuga anche lei dopo aver sottratto ad Immortan ciò che gli è più caro. L’inseguimento che ne consegue è una lunghissima parata di esplosioni, sparatorie e chitarre elettriche spara fuoco (sì, avete letto bene) nel deserto.

Un montaggio frenetico, ma mai confusionario, imposta da subito un ritmo altissimo, fatto di accelerazioni e strappi, come quelli che le macchine dallo stile cyberpunk danno prima di scontrarsi e distruggersi in mille pezzi, nella loro ammaliante realisticità. È un montaggio che si lega magnificamente alle musiche, soprattutto nelle scene d’azione, nelle quali i tagli di montaggio coincidono con gli accenti musicali, esattamente come nel trailer. Nel film però, vi è anche una tenerezza inaspettata nei pochi momenti di respiro e di pausa dall’inseguimento, con musiche e montaggio che rallentano, come un cavallo che passa da un poderoso galoppo ad un piccolo trotto.

È per questo che Mad Max: Fury Road è unico: riesce ad accoppiare come pochi spettacolo puro ed una umanità tenera, da fine del mondo, che sa di mitico. Quello stesso mito che Miller è riuscito perfettamente a riattualizzare, cambiando interpreti, cambiando stile, cambiando narrazione, mantenendo il necessario dal passato, ma superandolo. Il vecchio ed il nuovo che convivono in forma nuova, nella tecnica (velocizzazioni dal sapore slapstick e la CGI di livello altissimo) e nei personaggi (Max che urla “quella è la mia macchina!” o “quella è la mia giacca!” Quasi volesse sottolineare di essere quel Max). Perché il XXI secolo ha bisogno di un nuovo Max, di un nuovo stile, di un nuovo cinema d’azione e Mad Max: Fury Road è qui per indicarvi la via!

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