#RomaFF17: Jeong-sun, la recensione del film di Jeong Ji-hye

Jeong-sun #RomaFF17

Jeong-sun (trailer) è un film del 2022 diretto da Jeong Ji-hye. Jeong-sun (Kim Keum-soon) è un’operaia che passa le sue giornate in fabbrica, fra conversazioni mondane e una routine ormai consolidata. La sua vita cambia direzione quando conosce Young-soo (Jo Hyun-wu), un nuovo collega col quale comincia una relazione che i due, specialmente lei, scelgono di mantenere segreta. 

La prima parte del film esplora la vita quotidiana di Jeong-sun, il rapporto di subordinazione degli operai nei confronti dei responsabili, l’accettazione dello sfruttamento in atto nell’azienda e la solitudine della protagonista. Durante la seconda parte, invece, la situazione di Jeong-sun si complica. 

Young-soo diffonde un video privato di un momento intimo fra lui e la protagonista. Quest’evento è il motore dell’azione della seconda parte del film, che ci mostra come la donna si senta sempre più alienata dai suoi colleghi. Young-soo è un uomo altrettanto solo, che decide di mostrare il video di Jeong-sun come prova di una mascolinità ormai derisa e umiliata. Non sembra importargli delle conseguenze che le sue azioni possano avere sulla controparte. Il film ci racconta di come una donna ormai adulta si ritrovi a dover gestire una crisi scaturita da un mezzo di cui sembra conoscere ben poco. È infatti la figlia (Yoon Geumseon-ah) a tentare di risolvere il problema, mentre la madre sprofonda sempre di più in un abisso di disperazione e umiliazione. 

Il gesto finale di Jeong-sun è al tempo stesso un gesto di rivendicazione e di ribellione. La donna non vuole farsi definire dal video che la ritrae, ma ne accetta l’esistenza. È lei quella donna che balla, ma non è solo questo. Le interpretazioni sono credibili, in particolare Kim Keum-soon raggiunge dei picchi che trasmettono una forte emotività. 

Il film di Jeong Ji-hye porta avanti una critica sociale che però purtroppo non offre nessun punto di vista originale sull’argomento. L’intero film si regge su delle ottime interpretazioni e una buona regia, ma la storia non sembra raccontarci nulla di nuovo. Sicuramente, l’intera vicenda è narrata con empatia e delicatezza. Il problema è che non si può fare a meno di avere l’impressione che manchi un pezzo del puzzle per permettere di andare più in profondità. 

Ti potrebbero piacere anche

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ho letto la privacy policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali ai sensi del Regolamento Europeo 2016/679 (GDPR) e del D.Lgs. n. 196 del 2003 cosi come novellato dal D.Lgs. n. 101/2018.