#ROMAFF15: Été 85, la recensione

Été 85

Primo tra i titoli provenienti dalla selezione “fantasma” di Cannes 2020 e parte della Selezione ufficiale di questa Festa, Été 85 (trailer) è il nuovo film di François Ozon, che dopo la parantesi di Grâce à Dieu, film apparentemente distante dai suoi canoni, sembra tornare su quei temi e valori cardine della sua filmografia (il cinema queer, la natura sfacciatamente postmoderna). Tratto dal romanzo di Aidan Chambers Danza sulla mia tomba, il film narra, come da titolo, dell’estate del 1985 di Alex (il sorprendente Félix Lefevbre), di quelle appassionanti sei settimane nelle quali ha fatto la conoscenza di David (Benjamin Voisin). Sei settimane che sembrano passare in un battito di ciglia, difficili da elaborare per Alex, vista anche la loro tragica conclusione, attratto sin da subito da questa figura che prima lo salva da un naufragio e poi lo stravolge accogliendolo nella sua oscura e affascinante vita.

Come ogni film di Ozon che si rispetti, questo Été 85 è una pellicola dal carattere indefinibile. Le peculiarità del lavoro da sceneggiatore, e da regista, dell’autore si esplicano in primis dal passaggio repentino da un genere all’altro: basti pensare alle atmosfere thriller/noir iniziali, con tanto di voice-over, alle tinte melò che sopraggiungono dal caricaturale arrivo di David durante il naufragio di Alex e ad alcune gag a fare da ciliegina sulla torta. A partire dall’esilarante e sfacciato omaggio a Il tempo delle mele o anche al black humour accennato in secondo piano (il teschio e il poster di The Awakening di Mike Newell nella stanza di Alex). Ma a dare sostanza interviene anche l’intrigante intreccio tra passato (flashback o ricordi di Alex?) e presente che si alternano in un tennistico botta e risposta, infondendo ancora più curiosità nello spettatore.

Été 85_1

L’utilizzo della pellicola, dell’analogico, è un altro punto a favore del film: oltre a restituire l’atmosfera vintage, insieme alla soundtrack (curioso tra l’altro come questo abbia influito sul titolo*) e ai costumi e le scenografie, rende più viva la vicenda, aggiungendo un vissuto fisico e tattile, che solo apparentemente passa in secondo piano. L’attenzione con la quale Ozon inquadra i corpi dei protagonisti sprigiona una passione indescrivibile. Poco importa se i personaggi possano apparire superficiali, scontati: in ogni sequenza conta il “qui e ora”, conta l’intensità delle emozioni messe in gioco (i vari faccia a faccia tra Alex e David sono destinati a fare scuola), l’intensità dei movimenti (la sequenza in discoteca).

Été 85 è un film bellissimo, inafferrabile. È l’ennesima conferma della classe di uno degli autori francesi più importanti dell’era contemporanea. Perché Été 85 è ricco di elementi e sfaccettature ma tutto ciò alla fine non pesa, anzi, rischia di essere persino fastidioso da quanto è semplice. Perché, alla fine, Été 85 non è altro che cinema…per quanto ambigua e banale possa risultare questa frase.

In attesa di ulteriori annunci, Été 85, con il titolo Estate ’85, uscirà nelle sale nostrane nel 2021 per Academy Two.

*= inizialmente il film doveva intitolarsi Été 84, ma Ozon si è visto negare da Robert Smith, frontman dei The Cure, i diritti dell’iniziale In Between Days proprio perché composta nel 1985, portando ad una repentina correzione del titolo.

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