Il Padrino: i 50 anni del film che ha segnato la Storia del Cinema

Il Padrino compie 50 anni

Lasciate la banalità, prendete i cannoli. Citato, imitato, ripetuto, nominato: Il Padrino (trailer) è Storia del Cinema; l’ha scritta, l’ha plasmata e l’ha modificata in mezzo secolo. Un capolavoro del cinema moderno che non dimostra affatto la sua età. Sei nomination al premio Oscar e tre statuette vinte, cinque premi Golden Globe, al primo posto della classifica dei 100 Migliori Film di Sempre secondo la rivista Empire. Il compleanno tondo dell’opera d’arte che porta la firma di Francis Ford Coppola pone l’accento su quanto questa sia iconica in ogni sua forma: dai fili del burattinaio nel logo, all’inconfondibile colonna sonora, passando per il garofano rosso sull’abito di Don Vito Corleone (Marlon Brando) e le innumerevoli citazioni. Il Padrino ha mutato la Storia del Cinema trasformando i suoi spettatori. Ne ha modificato l’occhio in modo critico ed estetico, i gusti e le abitudini. La rappresentazione del concetto di violenza viene stravolta da Francis Ford Coppola, che fa dono al pubblico di un nuovo modo di intenderla cinematograficamente. Il Padrino ha inscritto inoltre nuovi membri nel firmamento dello star system hollywoodiano degli anni ’70: Al Pacino (Michael Corleone), James Caan (Santino “Sonny” Corleone), Diane Keaton (Kay Adams), Talia Shire (Connie Corleone) e Robert Duvall (Tom Hagen) primeggeranno il grande schermo negli anni a seguire. 

In un’intricata e fitta rete di favori e offerte “che non si possono rifiutare” si evolve la storia della famiglia Corleone e del suo capostipite, Don Vito, in una New York del dopoguerra. Fu mantenuta su desiderio del regista l’ambientazione originale della storia, tratta dal best-seller dell’autore Mario Puzo (co-sceneggiatore della pellicola), nonostante il riserbo della casa di produzione che riteneva più adatto un adattamento moderno. Don Vito, un capofamiglia segnato dal tempo, tanto stanco quanto acuto e navigato, mette al servizio della Famiglia la propria esperienza e conoscenza dell’ambiguo mondo che lo ha reso Padrino. Quella dei Corleone è una famiglia naturalizzata americana che custodisce preziosamente caratteristiche prettamente italiane: l’importanza del concetto di famiglia e la sua compattezza, discorsi interamente in dialetto siciliano e pasti ricchi ed abbondanti preparati secondo ricette di antica tradizione. Anche la Sicilia, dipinta rurale e pittoresca, prende attivamente parte al film, con i suoi paesaggi torridi ed asciutti in un momento di ritorno alle origini. 

Le Cinque Famiglie di New York, tra cui quella dei Corleone, sono il motore silenzioso degli aspetti più equivoci della vita sotterranea della Grande Mela: come burattinai muovono i fili del potere. Dalle istituzioni a ingenti capitali, tutto sembra essere vorticosamente nelle mani dei taciturni vertici dall’ambigua egemonia. 

Quello di Famiglia, secondo i Corleone, è un concetto che va ben oltre i legami di sangue: agli amatissimi figli Michael, Fredo, debole e insicuro, Sonny, impulsivo e testa calda, Connie, emotiva ma determinata, si aggiunge la figura di Tom Hagen. Figlio adottivo di Don Vito Corleone e Consigliere di quest’ultimo, Tom è professionale, affezionatissimo alla famiglia Corleone e in grado di mantenere lucidità e professionalità anche in situazioni che lo mettono sotto pressione.

Michael Corleone rivela essere il personaggio cinetico per eccellenza all’interno dell’universo del Padrino. Astuto, intelligente, concreto; una continua ed incessante evoluzione travolge la sua vita e quella di chi lo circonda. Il suo personaggio, conteso tra attori del calibro di Robert Redford, Dustin Hoffman, Jack Nicholson e Robert De Niro, ha ottenuto poi l’indimenticabile volto di Al Pacino. Michael è protagonista di una delle sequenze più celebri del film, fortemente esplicativa del carattere dicotomico e duale che è alla base della pellicola: la scena del battesimo del nipote a cui Michael partecipa in veste, appunto, di Padrino, è ricolma di ossimori visivi e concettuali, evidenti tramite l’utilizzo di montaggio alternato. Uno spargimento di sangue viene compiuto mentre l’officiante recita la preghiera. Il suono di un organo accompagna la sacralità della cerimonia e la concitata e cruenta operazione per mano della famiglia Corleone. Il Padrino è un lungometraggio che si serve spesso di allegorie: le arance, tipico frutto siciliano dal succo rosso sangue, compaiono spesso presagendo un evento doloroso o un omicidio. 

L’inconfondibile e dolceamara colonna sonora firmata Nino Rota scandisce sapientemente i tempi del capolavoro di Coppola. Il contrasto tra chiaro e scuro rimanda alla dimensione duale del film: un gioco di luci interamente diegetico lavora sui volti dei protagonisti evidenziandone caratteristiche significative. L’ indimenticabile capolavoro di Francis Ford Coppola continua ad incantare generazioni di spettatori persino cinquant’anni dopo la sua uscita, attraversando la fase ancor più evoluta del Cinema contemporaneo facendosi scudo con la sua eleganza e immortalità. Il Padrino è un capolavoro di sempiterna bellezza che con raffinatezza si inserisce nella Storia del Cinema lasciando in eredità iconiche sequenze nell’Olimpo del Grande Schermo.

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