Gasoline Rainbow, la recensione del film su Mubi

«Per me casa è dappertutto, ma anche da nessuna parte». Tony, Micah, Nichole, Nathaly e Makai sono cinque amici e compagni di classe che hanno terminato insieme il percorso di studi. Prima di iniziare un lavoro ed entrare nel mondo dei grandi scelgono di fare un viaggio: all’inizio verso una meta indefinita alla ricerca di bei posti da vedere, poi verso “La fine del mondo”, una spettacolare festa sulla spiaggia.

Parte così, veloce, come in ogni indimenticabile road movie, un viaggio alla scoperta di se stessi e della propria strada. Percepiamo subito il bellissimo rapporto tra i cinque amici, già consolidato e reso forte dalle esperienze passate. Anche se il passato non è un elemento preponderante all’interno del racconto, che vuole invece concentrarsi quasi esclusivamente sul qui ed ora, ogni tanto appare, si fa materia, soprattutto attraverso i brevi discorsi dei ragazzi con altre persone un po’ più grandi, curiose e con più esperienza. Scopriamo così le loro emozioni più profonde e cosa gli accomuna: sono outsider e provengono da contesti non facili. Qualcuno si esporrà di più, come Micah o Nathaly, altri, come Tony, saranno più criptici e silenziosi.

Quasi sembra d’essere con loro, come se fossimo il sesto passeggero, quello incaricato di girare il traballante video della vacanza. Il filmino nostalgico di un viaggio con gli amici, magari mai fatto, ma che avremmo voluto fare. Sempre su quel furgone dove riusciamo ad esseri noi stessi senza stare in nessun posto. Ma non è desiderio di fuga finché siamo consapevoli di dover tornare. È solo voglia di libertà, di conoscere, di vedere e di sentirsi parte di qualcosa. I video fatti col cellulare e le fotografie, dettagli così intimi, reali e personali, entrano fluidamente all’interno della storia e ci avvicinano dolcemente ai cinque amici.

gasoline rainbow, la recensione

Gasoline Rainbow (trailer) è un film fatto di ricerche, di relazioni e di luoghi (e di relazione col luogo abitato). Gli incontri sono infatti la parte più importante di un viaggio. Fanno nascere amori teneri e fugaci, come quello di Makai per una ragazza trovata alla prima festa, o commoventi e genuine amicizie con i due ragazzi dark dal passato difficile e con uno skater, e ancora si ritrovano familiari ai quali si vuole bene, come l’amorevole e saggio cugino di Micah; qui soprattutto vengono fuori delle insicurezze: « è questa la grande differenza tra gli adulti e i bambini. Gli adulti non li tiene d’occhio nessuno ».

Ma le relazioni, come i luoghi, sono solo di passaggio, anch’essi diventano ricordi, un archivio mentale indelebile. Poi si arriva a “La fine del mondo”, e non è come ci si aspettava. E allora, dopo un attimo di delusione, prendiamo un’altra strada, forse migliore. Dopotutto è stato un viaggio non programmato fin dall’inizio, basato sull’improvvisazione, sulle sensazioni e sul lasciarsi trasportare dagli incontri. Un viaggio semplice che celebra le vite semplici. Così, dopo una nottata sulla spiaggia, ci risvegliamo col rumore del mare. Tony, Micah, Nichole, Nathaly e Makai si abbracciano, e noi, con loro, ci sentiamo finalmente bene. Siamo arrivati. Non alla fine (del mondo), ma all’inizio di qualcos’altro.

Dal 31 maggio su Mubi.

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