Avatar – La via dell’acqua, la recensione: lo spettacolare ritorno su Pandora

Avatar - La via dell'acqua recensione film James Cameron

James Cameron torna al cinema firmando uno dei film più sorprendenti degli ultimi anni. Naturalmente stiamo parlando di Avatar – La via dell’acqua (trailer), sequel del primo Avatar, lungometraggio campione d’incassi e detentore per lungo tempo del record di film più redditizio della storia del cinema.

La nuova opera di Cameron è ambientata dieci anni dopo gli eventi del suo predecessore. Su Pandora Jake (Sam Worthington) e Neytiri (Zoe Saldana) hanno avuto tre figli: Neteyam, Lo’ak e Tuk e ne hanno adottata una quarta: Kiri (Sigourney Weaver), nata in modo inspiegabile dall’avatar della dottoressa Augustine mentre questo si trovava in una sorta di coma, i quattro giovani figli dei nostri protagonisti sono, inoltre, legati da una profonda amicizia con un ragazzo umano di nome Spider rimasto orfano e abbandonato sul pianeta Na’vi. Durante questi anni, gli umani ostili sono stati rispediti sulla Terra e la pace è tornata a regnare su Pandora. Tutto sembra proseguire per il meglio fin quando i terrestri non decideranno di nuovo di fare ritorno sul pianeta alieno, con lo scopo di riprendere il potere e di vendicarsi ai danni di Jake Sulley, responsabile, insieme alla sua compagna, della morte del marine Quaritch (Stephen Lang). Jake e la sua famiglia dovranno così fuggire per proteggere il proprio clan e decideranno di stabilirsi presso la gente dei Metkayina, con la speranza di non essere rintracciati dai soldati umani.

avatar la via dell'acqua 1

In questo Avatar – La via dell’acqua ritroviamo la semplicità narrativa che aveva caratterizzato il primo capitolo della saga, ma ciò non rappresenta un difetto, poiché la linearità della trama si sviluppa con coerenza e attraverso l’utilizzo di scene altamente emozionanti, oltre che altamente spettacolari dal punto di vista visivo. Nel film si torna ad affrontare tematiche quali il valore della famiglia, il rispetto per la natura e per ciò che ci circonda; questi aspetti consentono a Cameron di comunicare al meglio il suo intento, ovvero quello di coinvolgere lo spettatore attraverso un racconto che si esprima con forza attraverso la potenza delle immagini. Probabilmente siamo di fronte ad un’opera che, in questo, incarna al meglio la più pura essenza del cinema.

Cameron si dimostra totalmente a proprio agio col mezzo, il 3D non è più un semplice strumento per stupire il pubblico, ma si trasforma in un vero e proprio linguaggio rivoluzionario, in grado di regalarci scene dall’impatto visivo che non hanno eguali nella storia del cinema recente e che difficilmente saranno replicabili da qui al breve periodo. Ogni elemento su schermo è stato curato con estrema perizia, affinché il mondo in cui si svolge la storia appaia più vivo e reale che mai. Interessante è stata la scelta del regista di alternare sapientemente tra loro scene girate con un diverso numero di frame per secondo: i momenti dialogati e meno concitati sono stati realizzati servendosi di meno fps, mentre quelli più spettacolari, come ad esempio le scene acquatiche (il vero punto forte dell’intera pellicola), hanno potuto contare su un impiego più cospicuo di frames, riuscendo così a suscitare stupore e meraviglia, offrendo sequenze davvero magiche, per le quali sarà difficile non rimanere a bocca aperta.

Avatar – La via dell’acqua è molto più che un semplice film, è vera e propria avanguardia cinematografica e tecnologica, solo un grande autore come James Cameron sarebbe potuto riuscire nell’impresa di realizzare un’opera così complessa ma allo stesso tempo così semplice e pura, capace di parlare, con il suo elegante candore, direttamente al cuore di ogni spettatore.

Nelle sale a partire dal 14 dicembre.

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