55 anni di Rosemary’s Baby: il thriller firmato da Polanski

55 anni di Rosemary's Baby

«E chi è che vive vicino a me? Il regista di Rosemary’s Baby, capito? Ecco chi. Polanski, il regista più gettonato della città, per non dire del mondo». È con queste battute entusiaste di Rick Dalton, in C’era una volta a… Hollywood, che Quentin Tarantino rende omaggio al regista polacco e al film che lo ha reso più celebre. L’opera di Roman Polanski è infatti entrata a far parte della cultura cinematografica degli anni 60’ già un anno dopo l’uscita nelle sale, nel Giugno del 1968. E quale altro film se non Rosemary’s Baby (trailer) poteva consolare lo scoraggiato Rick, che improvvisamente si sente rinascere, in quanto attore, al vedere che Polanski è il suo vicino di casa?

Il film è tratto dall’omonimo romanzo di Ira Levin, scrittore statunitense, ed è ambientato a New York, in un posto molto particolare. Stiamo parlando del Dakota, nell’Upper West Side di Manhattan, teatro di eventi bui sia della trama che della realtà (fu lì che nel 1980 John Lennon venne assassinato). I tratti oscuri dominano la trama del film, il quale si presenta come un thriller al confine con l’horror, ma anche gli eventi realmente accaduti alle maestranze coinvolte, tanto da aver procurato all’opera l’appellativo di “film maledetto”. È proprio il carattere psicologicamente insidioso che ha portato l’opera al successo: il film infatti rinnova il genere dell’horror e inaugura un nuovo capitolo, che si concluderà a pieno con la “trilogia dell’appartamento” dello stesso regista, ossia Repulsion e L’inquilino del terzo piano. Altri film devono la loro esistenza a Rosemary’s Baby, primo fra tutti L’esorcista di William Fredkin, uscito nel 1973.

La storia narra di una giovane coppia di sposi, Rosemary (Mia Farrow) e Guy (John Cassavetes), che si trasferisce in un appartamento del Dakota. Fin dall’inizio il luogo rivela particolari inquietanti, fra leggende e avvenimenti recenti; a spiccare sono soprattutto i vicini di casa dei protagonisti, che insistono nello stringere amicizia e invadere continuamente gli spazi della coppia. L’equilibrio degli eventi cambia nel momento in cui Rosemary e Guy decidono di avere un bambino: è attorno a questa notizia che si costruiranno i primi seri sospetti della protagonista, che viene sempre più costretta a seguire il volere degli altri, rimanendo sempre più privata della sua libertà.

La tensione costruita nel film trova diversi punti di forza, primo fra tutti il fatto che la vittima sia una giovane madre, disposta a tutto pur di proteggere il nascituro, una figura pura ed intoccabile, che si trova in un momento delicato, un personaggio sul quale non verterebbe mai un attacco. In secondo luogo, la suspense si avvale dell’ambientazione domestica, benestante e ideale per ogni coppia, un luogo che si penserebbe, per la tradizione cinematografica dell’epoca, scevro da qualsiasi minaccia. In terzo luogo, il film si avvale di un cast pluripremiato, fra cui spicca la performance della giovane e talentuosa Mia Farrow.

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