X – A Sexy Horror Story, la recensione: aprite quella porta e godetene

X a Sexy Horror Story Recensione

A diversi anni dall’ultimo lavoro come autore, con X – A Sexy Horror Story (trailer) Ti West torna ad esplorare un genere che caratterizza la sua produzione filmica fin dagli inizi: il cinema dell’orrore. E come nei suoi primi lavori, il regista si occupa a 360 gradi di ogni dettaglio, dalla produzione alla regia e alla sceneggiatura, affiancando anche David Kashevaroff al montaggio.

La prima cosa che salta all’occhio quando ci si siede in sala è la dichiarata intenzione di subentrare all’interno di un ciclo di film che conobbe il suo apice più di 40 anni fa: X – A Sexy Horror Story si inserisce all’interno di una produzione slasher che non esiste più, ma ne raccoglie l’eredità e ne rielabora gli stilemi per tentare di creare qualcosa di nuovo. È per questo, dunque, che la trama stessa corre su un sentiero già battuto dai numerosi Non aprite quella porta e Venerdì 13, applicandovi però un filtro consapevole composto di gore, ironia e, perché no, di sesso.

La storia è quella di una piccola troupe che, in un contesto temporale sociopolitico ricco di dubbi come quello del 1979, affitta una casa in campagna per girare un film porno. Al calare della notte, però, i due anziani proprietari (Stephen Ure e Mia Goth) cominciano ad aggirarsi nei dintorni dei protagonisti in maniera preoccupante; in particolare la vecchia signora, Pearl, sembra sviluppare un’inquietante ossessione verso Maxine (una dei protagonisti, interpretata anch’essa da Mia Goth) e verso il tanto sbandierato “X Factor” che dà il titolo alla pellicola, e che accomuna la giovane pornoattrice e l’anziana padrona di casa, la quale vive nel rimpianto di una bellezza sfiorita e di una vita rovinata dalla guerra.

Sebbene questa caratteristica a volte faccia perdere la presa sul fattore “paura” che i due antagonisti dovrebbero incutere, la caratterizzazione di questi ultimi è uno dei punti di forza del film. La pellicola non si riduce ad una serie di sequenze in cui i protagonisti del caso devono riuscire a fuggire da assassini tanto bidimensionali quanto spaventosi ma, al contrario, riesce a far provare allo spettatore una malsana simpatia verso i vecchi Howard e Pearl. Non a caso, infatti, durante le riprese di X A Sexy Horror Story è stato prodotto un prequel che porta il nome dell’anziana signora e che presumibilmente esplorerà l’intrigante backstory dei due personaggi.

X a Sexy Horror Story Recensione

La regia e il montaggio si posano con coscienza sul dualismo che contraddistingue l’intera pellicola, e giocano continuamente con il parallelismo tra filmico diegetico e film nel film: la crew intenta a girare il proprio video pornografico, in questo modo, si ritrova all’interno di una spirale di violenza tanto esagerata quanto spassosa; e le situazioni in cui vengono posti i personaggi, condite dalla loro psicologia estremamente prevedibile (Martin Henderson nel ruolo di Wayne è divertentissimo) danno luogo a sequenze piene di umorismo grottesco, in cui non si sa se ridere o sentirsi in colpa per averlo appena fatto.

A tratti, il film si pone in una posizione troppo mediana, sembra voler essere troppe cose tutte insieme, e a risentirne è soprattutto l’horror. Il montaggio, inoltre, per quanto funzionale, a volte si spinge un po’ troppo nel campo della sperimentazione e dà l’impressione di un’ostentata ricerca del sofisticato.

X – A Sexy Horror Story è un film violento ed esuberante che riesce senza fatica a sfruttare i cliché del cinema horror anni ‘70 e ’80 per divertire gli appassionati del genere, ma che di certo non può accontentare chiunque e che si pone consapevolmente in una categoria senza mezze misure: o lo si ama o lo si odia.

Al cinema dal 14 luglio.

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