Upload, la recensione della serie su Amazon Prime Video

Upload

Qual è la ricompensa per una vita ben vissuta? Questa è la frase con cui inizia Upload (trailer), la nuova serie, ibrido tra comedy e fantascienza, targata Amazon Prime ideata da Greg Daniels (già noto per aver co-creato Parks and Recreation e The Office).

Upload attraverso la commistione di vari generi – oltre alla comedy e alla fantascienza, troviamo anche romanticismo e thriller – riesce a fornire allo spettatore un prodotto, che, pur non trattando argomenti nuovi, riesce a costruirsi perfettamente una propria specificità e riconoscibilità, riflettendo sul rapporto tra vita reale e vita virtuale.

Los Angeles, anno 2033. La tecnologia, oltre la vita, domina anche la morte (o il dopo la morte nello specifico). Le persone poco prima di morire devono decidere se diventare un upload in una realtà virtuale e “vivere” nell’attesa che il progresso tecnologico permetta loro un “upload al contrario”, oppure se morire “alla vecchia maniera”. Nathan (Robbie Amell), giovane programmatore informatico, dopo un singolare incidente d’auto a guida autonoma, viene fatto caricare dalla ricca ragazza Ingrid (Allegra Edwards) nella lussuosa vita ultraterrena di Lake View. Qui incontrerà Nora (Andy Allo), il suo “angelo”, che altro non è che un’addetta al servizio clienti, con lo scopo di aiutarlo ad accettare la nuova condizione. Tra i due nascerà un rapporto sincero e pericoloso, e saranno uniti anche dallo scopo di far luce sui misteri che aleggiano sulla morte di Nathan.

La serie riesce, in sole dieci puntate della durata di venti minuti, a porre l’accento su molteplici temi: l’aldilà, la differenza tra classi sociali, l’abuso di tecnologia e l’amore, riuscendo a mantenere sempre un equilibrio solido nell’alternanza tra i vari elementi.

La non accettazione del nulla dopo la morte è sempre stata difficile per la mente dell’essere umano, tanto da crearsi delle condizioni di tranquillità che comunemente identifichiamo come il Paradiso. La serie non fa altro che rimediare questo concetto fornendone di fatto un’alternativa creata per mezzo della tecnologia.

La serie sviluppa anche una critica al capitalismo e una denuncia nei confronti della società; la vita ultraterrena digitale è strettamente legata alla questione economica: solo se hai i soldi puoi permettertela e più ne possiedi, più sarà eccezionale e potrai accedere a un piano illimitato e liberi contatti con gli affetti ancora in vita; in caso contrario, sarai confinato nel piano seminterrato con solamente 2 giga di traffico da utilizzare durante tutto il mese. È molto interessante come nella serie questa distinzione sia accentuata anche da una diversa fotografia: brillante nel primo caso e grigia, quasi tendente al seppia, nel secondo. Il discorso della differenza sociale è esteso anche al mondo reale: tanto che solamente i ricchi possono permettersi cibo vero, mentre tutti gli altri dovranno accontentarsi di surrogati sintetici.

Upload: vita reale e vita virtuale

Il mondo iper-tecnologico creato da Daniels (macchine con autoguida o cerotti dotati di microcamera per esprimere il consenso prima dei rapporti sessuali) mette in scena attraverso la satira l’abuso dell’essere umano dei supporti tecnologici, enfatizzandone ancora di più la sua condizione di subordinazione ad essi.

La relazione tra Nathan e Nora, seppur ricalcando eccessivamente le tappe fisse della rom-com, rappresenta l’amore che riesce a scavalcare le distanze e la logica tra vita e morte. L’uno diventa per l’altra la potenziale via d’uscita dalle catene che li legano alla loro condizione.

La forza di Upload risiede nel saper affrontare i molteplici e importanti temi attraverso una chiave ironica, cosciente del fatto che con le giuste misure si può ironizzare su tutto e contemporaneamente portare lo spettatore alla riflessione.

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