Primo film, primo giro. La quattordicesima edizione della Festa del Cinema di Roma prende il via con Motherless Brooklyn (trailer), one man show scritto, diretto ed interpretato da Edward Norton. Noir di plastica e sovraccarico dell’attore/regista tre volte candidato agli Oscar, il film fatica a trovare un’identità forte nel corso delle sue due ore e venti di durata.
L’intreccio è semplice, tipico del genere, con qualcuno che viene ucciso, qualcuno che cerca la verità e qualcuno che ne ostacola il raggiungimento. E se la personalità eccentrica e monopolizzatrice di Norton lasciava intuire un accentramento pericoloso della pellicola sul suo personaggio, Lionel, un detective privato affetto da sindrome di tourette, Motherless Brooklyn conferma questa esigenza di solidificare il suo nucleo attorno ad un solo, grande protagonista. Il problema è che lo fa sommergendo lo spettatore con una marea di parole e dialoghi spesso statici e artificiosi, dove gli strappi, anche ironici, provocati dal disturbo mentale di Lionel creano un’incudine battuta troppo forzatamente e troppo spesso. Il progredire della narrazione si affida quasi esclusivamente a questi scambi che stancano e affaticano la pellicola, che in più di una situazione finisce per tradire una mal celata natura da graphic novel.
Sulla New York presentata nel film è calato un velo di plastica che la confeziona in una bolla e che palesa in ogni suo elemento la propria essenza finzionale, dalle automobili, ai locali, fino ad arrivare all’immondizia per strada che non fa nulla per nascondere la sua componente di mero oggetto scenografico. Motherless Brooklyn ruba parte della propria estetica all’immaginario pittorico di Hopper, unendolo a quella ricerca fumettistica che emerge in particolar modo nelle ultime battute e scene. Norton non sembra essere del tutto cosciente della via di mezzo in cui il suo film si va ad insabbiare, bloccato in quella cornice da pagina scritta e poco consapevole di non potersi reggere esclusivamente su di una narrazione onomatopeica da vignetta.
La struttura si appesantisce e dilata inutilmente, creando un rigetto bulimico dei personaggi (dal potenziale sciupato) e di quanto avviene sullo schermo, con un Lionel che sa di essere al centro del discorso e che pare far di tutto per rivelarsi all’altezza dell’attenzione di chi si trova seduto in sala. Purtroppo, per Norton (alla sua seconda regia) e per noi, riuscendoci davvero poco.
Il film sarà nei nostri cinema a partire dal 7 novembre.