L’audizione, la recensione: non al denaro, non all’amore né al cielo

L'audizione recensione film DassCinemag

<<L’irresoluzione è peggio della disperazione.>> Scrive così Giacomo Leopardi nelle sue memorie, una massima che gli viene proferita in sogno. Non so se la regista tedesca Ina Weisse abbia mai letto gli scritti del poeta italiano, ma con il suo ultimo film sembra averne preso l’eredità. L’audizione (trailer) è un dramma sulla condizione umana dell’eterna indecisione, la storia di una donna che non ha mai saputo scegliere.

Anna Bronsky (Nina Hoss) è un’insegnante di violino in una scuola di musica di Berlino. Durante i provini per l’ammissione dei nuovi studenti riconosce in un candidato, Alexander, un talento innato, tanto da mettersi contro gli altri insegnanti per potergli fare da mentore. Anna è una donna costantemente immersa nel dubbio. Il marito amorevole o l’amante passionale? Costringere il figlio a suonare o lasciarlo giocare a hockey? Tornare in concerto o fermarsi? Un piatto di pasta con gorgonzola o col pomodoro? Anche le scelte più banali e quotidiane diventano drammatiche. L’unica certezza è Alexander, lo studente prodigio che vuole proteggere sotto la sua ala per farlo crescere e mandarlo a volare coi grandi. Quando si ha un solo punto d’appoggio è però molto facile perdere l’equilibrio.

L’audizione tuttavia non si limita a questo. La pellicola ci immerge nella vita di questa donna senza mai permettere che lo spettatore la giudichi. Il difficile rapporto con la famiglia e con la musica ci vengono mostrati accompagnati dalla musica diegetica che non forza il pathos della narrazione ma lo accompagna creando un effetto di realtà. Effetto che sarebbe risultato scadente se avessimo sentito la Lacrimosa di Mozart in un momento particolarmente denso di drammaticità o una marcetta durante i brevi momenti di distensione.

L'audizione recensione film DassCinemag

Anna è un personaggio scritto alla perfezione e attraverso i suoi occhi siamo capaci di emozionarci davanti al carico di vicissitudini che questa donna all’apparenza fredda e distaccata vive nel quotidiano. Ad aiutarci nell’empatizzare con la protagonista è il montaggio. Ogni scena si prende i suoi tempi, con un continuo crescendo di emotività, ma prima della conclusione ecco un taglio improvviso. Un’accetta che tronca il tutto prima della risoluzione del climax. Un respiro mozzato, che dopo aver raccolto aria non riesce a buttarla fuori tutta lasciando un peso nel petto.

L’audizione è una perla nascosta, un prodotto che si rifà a quella drammaticità tipicamente europea. Sulla falsa riga del suo connazionale Michael Haneke, ma con l’aggiunta di un suo particolare tocco, Ina Weisse riesce nel raccontarci la storia e le emozioni dei suoi personaggi senza mai sfociare in banalità o estremizzazioni inutili.

In sala dal 5 maggio.

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