Jung_E, la recensione del film su Netflix

Jung_E (trailer), il nuovo sci-fi sudcoreano, diretto da Yeon Sang-ho, il regista di Train to Busan e Hellbound è disponibile su Netflix. Il film è un fanta-action post-apocalittico ambientato nel 2194, quando l’innalzamento dei mari dovuto al rapido cambiamento climatico costringe la popolazione mondiale a trasferirsi nello spazio. Dopo l’insediamento, alcuni rifugi dichiarano la Repubblica Adriana e attaccano indiscriminatamente la terra e gli altri rifugi; inizia, così, una guerra civile ultradecennale. Gli umani rimasti sulla terra, per cercare di mettere fine ai combattimenti si affidano a una società di sviluppo robotico: la chiave per salvare l’umanità sarebbe la clonazione del cervello di un valoroso capitano dell’esercito, Jung-yi (Kim Hyun-joo). Sarà la figlia di Yun Seo-hyum (Kang Soo-yeon), trentacinque anni dopo, a guidare l’ambizioso progetto.

È il rapporto tra madre e figlia l’elemento più interessante della storia, oltre all’esplorazione di tematiche quali la clonazione e la robotica che offrono spunti di riflessione molto attuali. Quali diritti abbiamo sulla nostra identità nell’era digitale? Cosa comporta un uso distorto e pericoloso delle tecnologie? Quali solo i possibili effetti collaterali? Il film si presta a raccontare una parabola sulla disumanizzazione e sullo sviluppo dell’Intelligenza artificiale moralmente sbagliato. Argomentazioni interessanti, ma forse non così originali. Yeon Sang-ho ripesca idee e ambientazioni da altri film di fantascienza come Ex-Machina, Blade Runner o Terminator, film cult, dagli effetti speciali di tutt’altro livello. 

Il regista sa, però, emozionare, ed è soprattutto verso la fine che riesce a coinvolgere emotivamente, dopo tutte le sequenze frenetiche e le coreografie di fughe e combattimenti. Quello di Yun Seo-hyum è l’ultimo personaggio interpretato dall’attrice Soo-yeon, scomparsa a maggio del 2022. Il suo ruolo, estremamente commovente, è probabilmente ciò che regge tutto il film: il suo percorso per cercare di superare il trauma della scomparsa della madre, per cui si sente colpevole. A guidare la sua esistenza sarà il tentativo di lenire quei sensi di colpa, cercando di preservare l’umanità di sua madre, resa un giocattolo da combattimento. E ogni volta che i cloni falliscono la loro impresa, la ricercatrice è costretta a rivedere sua madre morire. Attorno a lei un cast di supporto che è piuttosto marginale, fatta eccezione probabilmente solo per Ryu Kyung-soo nel ruolo del direttore del laboratorio: un personaggio eccessivamente stereotipato, chiassoso e anche troppo spesso fastidioso. Jung_E è il film adatto a chi è interessato alle speculazioni sul futuro della nostra umanità e della nostra identità nell’era tecnologica, ma forse sarà deludente per chi è alla ricerca di stratosferici combattimenti spaziali. 

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