Project Power, la recensione del film su Netflix

Project Power

Il concetto di superuomo, o semplicemente di un uomo soprannaturale dotato di poteri straordinari, è sempre stato alla base di un desiderio nascosto dell’essere umano, tanto da creare studi e speculazioni filosofiche nel corso degli ultimi secoli. Nato inizialmente nell’America della Seconda Guerra Mondiale, in un inedito genere fumettistico per contrastare la forte depressione del popolo e ridare nuova speranza e senso patriottico, il supereroe ha sempre rappresentato la massima aspirazione di forza, moralità e potere che un individuo possa desiderare.

Andando avanti negli anni, però, questo ideale è degenerato esponenzialmente, inglobando sempre di più l’umanità in una tormenta buia, senza alcuna via di uscita, infettando e manipolando la mente verso una ricerca ossessiva di nuove “potenzialità” da scoprire. Project Power (Trailer), film uscito ad Agosto su Netflix e diretto da Henry Joost, racconta in questo thriller – fantasy/action il percorso “involutivo” compiuto da un improbabile gruppo di individui per combattere la crescente bramosia del potere assoluto (anzi superpotere).

Un ex ranger del governo ormai escluso dai circuiti ufficiali, un’adolescente spacciatrice con  il sogno di diventare una rapper, e un agente di polizia dagli “incorruttibili principi morali” si uniscono per individuare l’organo principale di questo intricato macchinario di sangue, soldi e di una nuova pillola denominata Power. Non dissimile dalla storia che conosciamo, il film sembra tornare indietro, in qualche modo, su vecchi regimi assolutisti del passato, ma soprattutto riprende le ideologie e concezioni dell’uomo perfetto della popolazione sotto il regime nazista. Difatti mostra chiaramente come questa costante ricerca porti come unico scopo quello di creare un superuomo privo di difetti, facendo riferimento alla teoria darwiniana dell’evoluzione della specie per via della selezione naturale. Come già detto, la pellicola analizza e critica la società di una distopica New Orleans, controllata e soggiogata dalle sue stesse istituzioni in una partita a scacchi. È proprio contro di questo dispotismo che i nostri protagonisti (tra i quali interpreti abbiamo Jamie Foxx e Joseph Gordon-Levitt) si scontrano e creano inconsapevolmente una revenge squad, mossa da forti principi, al solo intento di ristabilire l’ordine in tutta la città.

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Project Power muove, inoltre, una forte critica verso la droga, vera regina incontrastata della società odierna, e verso il potere che questa esercita nei suoi vari livelli sociali. Il progetto Power è il gioco di potere che vuole rilanciare l’essere umano nella nuova scala evolutiva, formata dalla incessante supremazia dell’uno sull’altro. Il potere infatti, come ogni droga, crea assuefazione e attira attorno a se tutte le sue api lavoratrici per alimentare la sua stessa catena. È un gioco d’azzardo contro il destino, in quanto il corpo può acquisire nuove abilità limitate tramite questo, o può rigettarlo, arrivando anche a uccidere lo stesso consumatore nella sua “overdose da potere”. Nella classica lotta tra bene e male, però anche i buoni sono costretti, a volte, a sporcarsi le mani, trascendendo le regole del gioco fino ad arrivare a toccar con mano una piccola parte di quell’oscurità.

Project Power è un film d’azione dai connotati volti a una violenza estrema che vuole mostrare la brutalità del mondo corrotto contrapposta alla dolcezza della vita quotidiana. I veri super poteri sono i talenti nascosti che possediamo, celati, all’interno del nostro essere e che dobbiamo far brillare di luce propria per uscire dall’infinito tunnel buio.

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