Radioactive, la recensione: il biopic su Marie Curie con Rosamund Pike

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Ispirato dalla graphic novel omonima scritta da Lauren Redniss, Radioactive (trailer) di Marjane Satrapi è un film biografico che racconta i successi della scienziata Marie Curie (interpretata da Rosamund Pike). La struttura è quella che spesso viene utilizzata nei biopic: vediamo Curie ormai anziana che, durante un malanno, ripercorre la sua vita attraverso dei flashback. Il suo personaggio viene presentato come una scienziata orgogliosa e sicura di sé, intollerante verso le intromissioni esterne nel suo lavoro; un personaggio le dice «Lei non è egoista, è solamente concentrata su se stessa». Nella prima scena vediamo Curie che si scontra contro la commissione universitaria, la quale la escluderà dai laboratori dell’ateneo. Ma per un caso fortuito la scienziata conoscerà un suo collega, lo scienziato Pierre Curie (Sam Riley), che le offrirà il suo aiuto.

Radioactive ripercorre quarant’anni della vita della scienziata, concentrandosi sugli eventi professionali e personali che l’hanno segnata. Per farlo, però, la sceneggiatura di Jack Thorne è fin troppo frettolosa, così tanto da apparire confusionaria in più punti; questo perché comprimere numerosi eventi in un film che dura circa 100 minuti implica delle ovvie rinunce. Per questo motivo tante scene e tanti sviluppi sono sbrigativi, mentre troppe questioni appaiono trattate con superficialità, alcune delle quali particolarmente interessanti come la questione femminista: un problema socio-culturale che la protagonista subisce senza la possibilità che il film avvii un confronto. Ma anche questa, come tante altre questioni, si esaurisce presto e si conclude con un niente di fatto.

Radioactive è un film per conoscere a grandi linee la scienziata, la sua vita, i suoi sacrifici e i suoi meriti; il risultato non è niente che voglia approfondire il personaggio sotto il profilo psicologico o caratteriale. Non c’è nessun peccato in questo, il problema però sorge quando il carattere superficiale del film influisce sulla comunicazione con la persona spettatrice, difetto di cui Radioactive soffre in più punti. Ci sono diversi elementi che fanno sembrare Radioactive una semplice ricostruzione televisiva, come le sgradevoli soluzioni visive che appaiono durante la spiegazione delle ricerche di Curie: scenette che ricostruiscono le azioni descritte o modelli 3D per indicare i minerali; un accompagnamento visivo che stona con la natura cinematografica e avvicina il titolo a una ricostruzione più grossolana.

Altri elementi che suggeriscono la natura approssimativa di Radioactive si ritrovano nella ricostruzione storica alquanto posticcia, la quale non riesce mai a coinvolgere. Insomma, Radioactive non riesce a contenere la grandezza del personaggio e mostrare l’inestimabile contributo scientifico che Marie Curie ha portato nella società moderna. Vengono ignorati troppi aspetti intriganti per rendere il film interessante, dal carattere sfacciato della scienziata («Avete sostanzialmente frainteso l’atomo») al contrasto tra gli effetti positivi e quelli negativi della radioattività, lasciati a se stessi tra scene frettolose o, peggio ancora, retoriche.

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