PesaroFF55: Satellite, “A che cosa serve il cinema?”

PesaroFF55

PesaroFF55, 18 giugno. Una nuova giornata del festival prende il via con l’incontro al Centro Arti Visive Pescheria con la presentazione del progetto sull’archivio storico della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema, un lavoro approfondito di reastauro di materiale audiovisivo (VHS, DVD, audiocassette) e cartaceo (manifesti, locandine, programmi) che conta complessivamente oltre novemila unità.

A seguire, il dibattito con i registi della sezione sperimentale Satellite in concorso quest’anno, tra i quali Matteo Arcamone, Giorgio Maria Cornelio, Edoardo Genzolini, Emanuele Marini, Morgan Menegazzo, Erik Negro, Mariachiara Pernisa, Benedetta Sani, Donato Sica, Giuseppe Spina. A presentare la discussione il direttore artistico Pedro Armocida, affiancato dai moderatori Mauro Santini e Gianmarco Torri, i quali hanno posto la domanda che pendeva sugli interventi dei presenti: “A cosa serve il cinema?”.

Nelle intenzioni dell’incontro c’è la volontà di scongiurare il rischio di una chiusura interna e di scivolare in una autoreferenzialità della categoria Satellite, come lo stesso Torri spiega, evidenziando “la necessità di non rinunciare mai a nuovi stimoli e non scadere in un lavoro di inerzia che può relegare ai margini”. Seguendo questa direzione si sono sviluppati i vari interventi degli ospiti che, nonostante un iniziale timido approccio alla domanda posta, hanno mostrato linee di pensiero eterogenee e talvolta anche contrastanti. I ragionamenti hanno preso il via con il tentativo di rispondere al quesito, facendo così emergere i pareri personali di approccio al proprio lavoro e la relazione che questo ha con il cinema. Tra le varie prospettive è emersa una concezione del ruolo del cinema come “processo di possibile riscrittura nel tentativo di dar ordine alle immagini che ci circondano” (Negro), oppure una visione che lo pone al centro di “un discorso creativo basato sul desiderio di controllo di ricordi ed esperienze nella volontà di preservarli dal deterioramento” (Genzolini).

A trovare spazio, però, vi sono anche opinioni che rigettano la domanda iniziale evidenziandone la natura “imbarazzante per il contesto in cui è posta”, come afferma Spina, il quale tenta di condurre il dibattito su toni più accesi e provocatori. In conclusione, ad intervenire e ad interagire con gli ospiti si sentono chiamati in causa anche membri del pubblico, tra i quali il presidente dell’associazione culturale Fuori Norma Adriano Aprà, che con le loro osservazioni alimentano ulteriormente la discussione su quale sia lo statuto del cinema nei confronti degli ambiti sociale-pedagogico e industriale.

A cura di Alessio Zuccari e Luca Quattrocchi

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