Le finestre di distribuzione delle serie tv Sky: il caso di Gomorra a ZeroZeroZero

zerozerozero

Gli ultimi anni stanno vedendo un ruolo sempre più centrale del prodotto seriale. Circa dodici anni fa – era il 2008 quando andava in onda la prima puntata di Romanzo Criminale – c’è stato l’ingresso a pieno titolo nella produzione seriale di uno dei protagonisti del panorama della pay tv italiana (e internazionale): Sky.

Da allora, molte serie sono state prodotte da/o in collaborazione con Sky. Non potendo ovviamente parlare di tutte, prenderemo in considerazione due di esse: Gomorra (2014) e ZeroZeroZero (2020, qui il trailer) entrambe tratte dagli omonimi libri di Roberto Saviano. Tralasciando una valutazione qualitativa, è possibile osservare come le finestre di distribuzione possano essere considerate davvero innovative.

Iniziamo da Gomorra. La prima stagione viene trasmessa su Sky nel 2014. Come era successo per altre serie, si pensa fin da subito a trovare un’altra finestra di sfruttamento: quella della free tv. Inizialmente si avvia una trattativa con La 7 (che ha collaborato alla produzione) ma poi vengono trovati accordi con RAI. I tempi di attesa per trasmettere la serie sulla free tv sono davvero molto lunghi; per comodità sono riportati nella tabella qui sotto (tabella 1).

Tabella 1

Come si può ben notare, passa circa un anno dalla prima messa in onda della serie su Sky per poi essere trasmessa sulla free tv. Le ultime due stagioni, inoltre, restano ad oggi addirittura inedite per i canali televisivi gratuiti.

Una novità assoluta si riscontra per la terza stagione della serie, che ha visto il brand Gomorra coinvolto in un operazione di marketing davvero interessante: la prima e la terza puntata sono state distribuite in anteprima – il 14 e 15 novembre 2017 – in 325 sale cinematografiche in tutta Italia. L’evento speciale prevedeva, in alcuni cinema, anche la presenza del cast, tanto che l’operazione è stata premiata dal pubblico e ha incassato più di 500 mila euro in due soli giorni di programmazione.

Logiche distributive sempre più assimilabili a quelle che potremmo definire “nuovi modelli di windows seriali” possono essere riscontrate anche nella seconda serie di cui vogliamo trattare: ZeroZeroZero.

I canali di sfruttamento in questo caso sono tre, e non riguardano – per il momento – la free tv. Questi sono: Sky, Now Tv e Amazon Prime. Questi tre soggetti distribuiscono la serie in modo molto alternativo rispetto a quello che siamo abituati a vedere: la prima messa in onda della serie è il 14 febbraio 2020 in contemporanea sia su Sky Atlantic che su Now Tv (per intenderci il Netflix di Sky). Questa modalità di distribuzione è abbastanza innovativa perché si rivolge a due tipi di pubblici differenti e potenzialmente maggiore. Non è detto che chi è abbonato a Now Tv abbia sottoscritto anche un abbonamento a Sky tv. Inoltre, la serie completa sarà disponibile, in Italia, su Amazon Prime a partire dal 26 marzo: un’altra fetta di pubblico che il prodotto non è in grado di raggiungere solo attraverso i canali distributivi di Sky, ma a cui può mirare grazie alla collaborazione con Amazon.

Tutto questo riguarda solo il mercato distributivo italiano. Ci sono da fare altre considerazioni – in questa sede necessariamente solo accennate – per ciò che riguarda la distribuzione estera: si consideri che dalla seconda stagione Gomorra, dato il grande successo ottenuto a livello internazionale, è stata trasmessa in contemporanea in più Paesi sui canali pay di Sky. Questo espediente è replicato con ZeroZeroZero, ricorrendo tuttavia ad Amazon Prime che rende disponibile la serie sulla sua piattaforma in USA, Canada, America Latina e Spagna già dal 6 marzo 2020.

Con l’evoluzione delle windows anche i tempi di distribuzione si sono ridotti moltissimo: si passa da (circa) un anno per Gomorra nel transito dalla pay tv alla free tv a (circa) un mese e mezzo per ZeroZeroZero, per passare dalla pay tv ad una piattaforma online, che non fa tra l’altro a capo allo stesso brodcaster.

Questo sta a segnalare che l’evoluzione distributiva va a favore sia del produttore che raggiunge un pubblico più vasto, sia del consumatore che può reperire in breve tempo il prodotto su piattaforme diverse.

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