Truth Seekers, la recensione della prima stagione su Amazon Prime Video

Truth Seekers

Dal 30 ottobre è disponibile su Amazon Prime Video, la prima stagione della nuova serie Truth Seekers (trailer) nata dall’ultima ed attesa collaborazione di Simon Pegg e Nick Frost. La serie arriva alla fine di un mese all’insegna dell’horror per la piattaforma streaming, ma questa volta il tutto è affrontato in modo inaspettato ed originale. Truth Seekers, infatti, più che un thriller dalle tinte horror, è una commedia paranormale, con elementi che riprendono al contempo Ghostbusters e X-Files. Non mancano colpi di scena e momenti angoscianti che vengono alternati in modo discreto ad un humor marcatamente britannico e a diverse citazioni del genere.

Nonostante il duo Frost-Pegg scriva, insieme a Nat Saunders e James Serafinowicz, la sceneggiatura, siamo lontani dai toni e dall’intensità della famosa Trilogia del Cornetto. Questo perché Simon Pegg veste i panni di un personaggio secondario all’interno della storia, almeno per ora, mentre Frost diventa il protagonista indiscusso. Quest’ultimo, infatti, è Gus, un ingegnere della banda larga che dedica il suo tempo libero, e non solo, ad un canale Youtube dedicato ai misteri paranormali: The Truth Seekers (i ricercatori della verità). La sua monotona vita, però, viene stravolta dall’arrivo di Elton John (Samson Kayo) uno stagista alle prime armi dall’enigmatico passato, e da Astrid (Emma D’Arcy) una misteriosa ragazza perseguitata da visioni di fantasmi. Cercando di risolvere degli apparentemente scollegati casi paranormali, i tre si ritroveranno ben presto immischiati in qualcosa di molto più grande.

Truth Seekers si articola in 8 episodi da circa 30 minuti ciascuno, che nonostante siano quasi autoconclusivi (ogni puntata è incentrata su un caso diverso) risultano legati da una trama orizzontale che percorre l’intera stagione. Il minutaggio ridotto, però, non permette un appropriato sviluppo dei personaggi e della trama, che invece sembra pensata nel dettaglio e avrebbe meritato una maggiore attenzione. Le prime due puntate mostrano un perfetto connubio tra il leggero umorismo britannico e l’angoscia latente propria del genere paranormale. Purtroppo questa miscela vincente si perde lentamente con l’avanzare della storia. Ma il prodotto finale risulta comunque molto godibile, anche grazie a diversi interessanti colpi di scena.

Una menzione particolare, recitativamente parlando, va a Nick Frost il quale veste perfettamente i panni del suo personaggio, riuscendo a donargli anche un’accezione più profonda. Cosa molto difficile dato il poco tempo a disposizione. Al funzionante cast si aggiungono anche Susie Wokoma e un piacevolissimo Malcolm McDowell, che interpretano rispettivamente la sorella agorafobica di Elton e il suocero scorbutico di Gus.

Per gli amanti delle lingue originali, Truth Seekers risulta più difficile delle solite serie americane, per il suo accento fortemente british e diversi termini ingegneristici relativi al lavoro del protagonista. Nonostante ciò, il doppiaggio italiano funziona bene ed è comunque godibile. Infine interessante risulta anche il rapporto tra la cultura sci-fi, molto cara alla coppia Frost-Pegg, e il pubblico della così detta Generazione Z, che viene saggiamente presa in considerazione durante l’attento lavoro di scrittura.

In conclusione Truth Seekers si afferma come un ideale binge-watching, che cattura lo spettatore quanto basta. Una serie che probabilmente non vi darà notti insonni, ma comunque in grado di allietare una serata all’insegna del paranormale con divertenti brividi. Restiamo in attesa di una seconda stagione (Frost parlava addirittura già di una terza) che possa imparare dai piccoli errori commessi e donare alla serie ancora più forza.

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