The Nest – Il Nido, la dimora delle ossessioni

The Nest

Un’imponente villa antica con affianco un cimitero. L’incipit di The Nest – Il Nido (qui il trailer) si apre con la presentazione della prima grande protagonista del film, Villa dei Laghi, una location di rara bellezza e dal fascino perturbante, spettrale e decadente, sublime e maestosa. Il regista Roberto De Feo ne inquadra i vari ambienti con devozione quasi sacrale, avvolti dall’oscurità della notte e illuminati da una fotografia dai toni cupi, con luci blu e verdognole.

The Nest è un racconto gotico sulla maternità e la paura di aprirsi alla realtà esterna. Samuel, un giovane ragazzo paraplegico, vive con la madre Elena a Villa dei Laghi, una residenza isolata e circondata dai boschi. Nonostante le continue attenzioni che riceve, si percepisce prigioniero della sua stessa casa, dove vigono regole rigidissime al fine di tenerlo lontano da quel mondo esterno che “non esiste”. Samuel anela segretamente alla libertà e il suo malessere emotivo verrà ulteriormente scosso dall’arrivo di un’adolescente misteriosa, Denise.

Il rapporto affettivo madre-figlio è al centro della narrazione. Elena (Francesca Cavallin) esercita un controllo ossessivo sulla vita di Samuel (Justin Korovkin) ed è terrorizzata da qualcosa di cui non osa mai parlare. È una donna che ha imbrigliato la propria bellezza per sfoderare una corazza di distanza e autorevolezza, ma quando è totalmente sola la sua vera natura a volte irrompe selvaggiamente e pianti e atteggiamenti autolesionisti ci rivelano lo strazio della sua disperazione. Questi rari momenti di sincerità ci confermano quello che già percepivamo: Elena agisce per amore, forse per proteggere suo figlio da quei demoni del passato che la stanno ancora tormentando.

The Nest

Il rimando cinematografico più esplicito è The Others di Amenábar, citato dallo stesso regista Roberto De Feo. Di analogie ce ne sono molte: la somiglianza caratteriale e comportamentale tra le due madri, la ribellione dei figli, le atmosfere e ambientazioni prettamente gotiche e la potenza di un colpo di scena finale inatteso che cambia le carte in tavola, chiarisce il senso di ogni cosa e, nel caso di The Nest soprattutto, genera un ribaltamento di genere. The Nest gioca infatti con le aspettative dello spettatore, citando più sottogeneri dell’horror, fra cui anche quello demoniaco; ma certamente a rimanere sempre costanti sono i tratti distintivi del gotico, così come lo spessore psicologico della sceneggiatura.

Villa dei Laghi è il “nido”, il luogo sicuro in cui cullare in eterno Samuel. Il desiderio di preservare a ogni costo una comunità di eletti, isolati dal resto del mondo perché malvagio, rievoca alla mente The Village di M. Night Shyamalan, altro film amatissimo da De Feo. Villa dei Laghi, sublime location torinese, simbolizza in The Nest quel muro interiore che spesso costruiamo per difenderci dal caos del mondo, su cui non abbiamo controllo e che spesso ci ferisce. Ogni madre desidera tenere la sua creatura al sicuro ed Elena impersona l’esasperazione di questo bisogno. Muri e ansie materne accomunano questo film anche alla recente serie tv gotica The Haunting of Hill House . Con The Nest si può parlare anche di un vero e proprio racconto di formazione per quanto concerne il personaggio di Samuel, pronto a distaccarsi dal grembo materno per tuffarsi nell’ignoto. Tra gli attori spiccano la Cavallin, che finalmente interpretando Elena ha avuto una vera occasione per dimostrare la sua grandezza come attrice, e Maurizio Lombardi nelle vesti inquietanti del “mad doctor”.

Contraddistinto da uno stile magnetico e un alto impatto visivo, The Nest è un horror gotico d’autore che testimonia quanto attraverso la potenza delle allegorie i film di genere possano raccontare magnificamente le paure più profonde dell’essere umano.

The Nest – Il Nido sarà nelle sale a partire dal 15 agosto.

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