The Legend of Ochi, la recensione: una fiaba priva di novità

The Legend of Ochi recensione film di Isaiah Saxon DassCinemag

The Legend of Ochi (trailer) è il titolo dell’ultima fatica targata A24, che segna anche l’esordio alla regia del regista Isaiah Saxon. Per il suo primo lungometraggio Saxon sceglie di raccontare una storia molto semplice, con tematiche e ambientazioni già presenti nei suoi precedenti cortometraggi: su un’isola popolata, oltre che da uomini, da strani animali simili a scimmie chiamati Ochi, un giorno una bambina, Yuri (Helena Zengel), stringe amicizia con un cucciolo ferito e parte per riportarlo a casa. Da qui prende il via il suo viaggio attraverso la natura dell’isola, inseguita da suo padre Maxim (Willem Dafoe), ossessionato dallo sterminio degli Ochi e comandante di un piccolo esercito di bambini.

Una storia di formazione che sa decisamente di già visto: è difficile non pensare a tanti altri film in cui un giovane protagonista stringe un sodalizio con un mostro che si scopre essere buono: E.T. l’extraterreste o Lilo & Stitch, solo per citarne un paio. E, in effetti, nonostante alcune buone premesse la trama procede senza sorprese, seguendo gli stilemi del genere. Certo, alcune trovate sembrano aggiungere novità: l’idea dell’esercito di bambini capitanato dal padre ossessionato, così come il mistero che inizialmente ruota intorno alla madre della protagonista, sono elementi di interesse in mezzo ad una storia priva di originalità. Ma anche questi spunti non vengono portati a fondo, oppure si risolvono in maniera prevedibile.

I personaggi sono sostenuti da un buon cast, tra cui l’ottima Helena Zengel nei panni della giovane protagonista, Finn Wolfhard in una piccola parte, e un grandissimo Willem Dafoe che ruba la scena al resto dei personaggi. Eppure ciò non basta per rendere tutti convincenti, laddove spesso il loro agire appare insensato o del tutto privo di emotività. L’unico che spicca con forza, grazie anche al suo interprete, è il Maxim di Dafoe: un personaggio che sembra allo stesso tempo spietato e buffo, chiuso in una stupidità che diventa pura ossessione e che lo porta ad allontanare anche le persone che più ama. Purtroppo non sono solo i personaggi a soffrire di qualche problema di scrittura: in generale la sceneggiatura in più punti traballa, e alla fine, come prevedibile, si risolve nella banalità senza particolari guizzi creativi.

The Legend of Ochi recensione film di Isaiah Saxon DassCinemag

D’altra parte il film regala molto di più a livello visivo: la fotografia, luminosa e vivace, colora un mondo naturale affascinante e visivamente appagante, e crea un’atmosfera fiabesca perfetta per le avventure dei due piccoli protagonisti. A livello tecnico appare inattaccabile, ed è apprezzabile l’uso che si fa degli effetti speciali analogici: per portare in scena gli Ochi sono stati usati pupazzi animatronici, e l’utilizzo della CGI è ridotta al minimo. Il risultato è un piacere per gli occhi, anche se il design delle creature lascia la sgradevole impressione di essere stato pensato già nell’ottica di vendere merchandising. Completa il quadro una colonna sonora potente e intensa, nonostante in alcuni punti si corra il rischio che le musiche diventino troppo invasive rispetto alle immagini.

Nel complesso, The Legend of Ochi è un’opera interessante, una visione piacevole e dall’estetica affascinante, ma non altrettanto solida sul piano narrativo, dove scade in situazioni già viste e forzature. Gli spettatori più piccoli troveranno avventura e tenerezza, ma i più grandi potrebbero essere annoiati da un film che sembra non avere molto di nuovo da raccontare. Ma quel che forse è più importante è che The Legend of Ochi segna il debutto di un regista che, anche con i suoi cortometraggi animati, ha dimostrato buone potenzialità, e che auspicabilmente in un suo prossimo film riuscirà a sopperire ai difetti di questa opera prima, mantenendo i suoi punti di forza.

In sala dall’8 maggio.

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