Eight Grade – Terza media, la recensione del film su Netflix

Eight Grade

Da quando Netflix ha deciso di accogliere le produzioni indipendenti, la piattaforma si sta arricchendo di piccoli grandi film a cui vale decisamente la pena di dare un’occhiata. Tra questi spicca Eight Grade – Terza media (trailer), teen movie del 2018 scritto e diretto dal debuttante Bo Burnham. Protagonista di questo ritratto sentito, agrodolce e mai banale dell’adolescenza, è la tredicenne Kayla Day, interpretata dalla brava Elsie Fisher, al suo primo ruolo da protagonista condotto con estrema maturità nonostante la giovanissima età.

Kayla è una ragazza insicura e silenziosa, ma dentro ha un ricco mondo interiore che racconta in periodici video blog, dando consigli agli altri per darli in realtà soprattutto a se stessa. Scontenta del suo percorso alle scuole medie, reso solitario dal suo carattere riservato, decide di mettersi finalmente in gioco poco prima della fine dell’ultimo anno. Si sforza di andare alla festa in piscina di una sua popolare compagna, inizia il cammino verso la scoperta della propria sessualità, conosce un gruppo di liceali, ha un primo appuntamento. Nel suo percorso è sempre supportata dal padre, interpretato da Josh Hamilton, a cui è molto legata nonostante alcune difficoltà comunicative. Alla fine Kayla è pronta a prendere in mano la propria vita e ad amarsi a prescindere da quello che le spetterà al liceo.

Eight Grade ha la concretezza di un documentario. Dalla struttura semplice e tutto sommato scarna, non si concentra su grandi avvenimenti, ma dà invece rilievo al succedersi di piccole importanti esperienze di crescita, e proprio per questo è uno dei film più realistici incentrati sull’adolescenza. Un’adolescenza al tempo dei social in cui la naturale pressione dei pari è amplificata dalle stories e dai filtri di Instagram, eppure l’esperienza della protagonista resta quella universalmente comune a chiunque abbia affrontato il delicato passaggio dall’infanzia all’età adulta.

Eight Grade

È estremamente facile immedesimarsi nelle sue speranze e paure, anche grazie a una recitazione equilibrata e verosimile di tutti gli interpreti, principali e secondari. Chi è adulto (e magari anche genitore) riuscirà quasi a risentire sulla pelle le sensazioni degli ultimi giorni di scuola, il disagio di trovarsi in un angoletto a una festa dove tutti gli altri sembrano felici e integrati, la novità dei primi approcci con l’altro sesso. I ragazzi invece potranno imparare molto dalla coetanea Kayla. A dispetto di una leggera patina nostalgica. Eight Grade è ben piantato nel presente ed evita di mentire mostrando la vita come esclusivamente rosea. Il mondo adolescenziale è invece presentato per quel che è: un’altalena tra momenti di pura gioia e attimi di crisi, sempre utili però a crescere.

Interessante la scelta di coprire l’età di mezzo per eccellenza, quella più trascurata, e non il liceo, decisamente sovra rappresentato in un’infinità di film e serie televisive sempre uguali. Nonostante il rischio di cadere nei soliti stereotipi del genere,  il film vi si tiene lontano senza sforzo, pur senza rinunciare a mostrare la vasta gamma di tipi umani che si aggirano effettivamente in ogni middle school che si rispetti.

L’opera è stata presentata al Sundance Film Festival 2018 accolto da critiche generalmente positive. Bo Burnham firma così con successo il suo primo lungometraggio, dopo aver raggiunto la notorietà nel 2008 grazie a YouTube come musicista (ha pubblicato un EP e diversi album), comico e attore.

Possiamo concludere che Eight Grade-Terza media è un vero e proprio specchio della realtà, capace tuttavia di intrattenere lo spettatore che si affezionerà facilmente all’impacciata protagonista, specchio di un’età difficile ma fondamentale, troppo spesso ignorata dal mondo delle spettacolo e non solo.

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