The Boys, la recensione della seconda stagione su Amazon Prime Video

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Dopo una prima stagione acclamata ed osannata da tutti ecco che The Boys (qui il trailer) fa il suo atteso ritorno su Prime Video, la nota piattaforma streaming di Amazon. A differenza della prima, questa seconda stagione si contraddistingue per un ritmo narrativo più lento, e risulta, almeno nei primi episodi, meno dinamica ed esplosiva. Il focus della stagione sembra spostarsi di più sui Super, approfondendo molti aspetti della loro complessa personalità, talvolta instabile o deviata. Proprio come nella prima parte, la serie è una continua ed aspra critica all’esibizionismo e al consumismo, che dominano incontrastati la società. Ciò nonostante, The Boys è una serie che non si prende mai totalmente sul serio, ma dimostra di saper trattare temi di notevole spessore e, allo stesso tempo, di essere in grado di regalare allo spettatore gag e momenti comici di pregevole fattura.

Una delle novità di questa stagione è l’introduzione di una nuova Super: Stormfront, interpretata da un’ottima Aya Cash, personaggio che riesce a racchiudere in sé una rappresentazione di moltissimi aspetti negativi che caratterizzano la società contemporanea. Grazie alle sue capacità retoriche, accompagnate da ideologie conservatrici, Stormfront colpisce duramente allo stomaco le genti, affabulandole con discorsi sull’invasione di terroristi stranieri e sul bisogno di fermare queste ultime esclusivamente attraverso l’intervento dei supereroi. Quale può essere dunque il miglior modo per comunicare ciò alle masse nell’era dei social, se non ricorrendo a storie, meme e video virali? Uno stratagemma ormai noto a chiunque e sempre di più abusato tristemente anche dai nostri politici. Decisamente degno di nota è inoltre, il magnifico lavoro svolto da Antony Starr nell’interpretare Patriota, lo psicotico leader dei Super al “servizio” dello stato americano che abbiamo già ampiamente conosciuto durante la prima stagione. Ogni scena dove egli è protagonista risulta imprevedibile, infatti, dietro alla fittizia figura dell’eroe senza macchia, Patriota nasconde la sua vera personalità, caratterizzata da deliri di onnipotenza e lampi di violenza improvvisa . Malgrado ciò, la sceneggiatura riesce ad umanizzare questo personaggio, rendendolo ancor più terrificante, grazie alla straordinaria capacità di Antony Starr nel passare con estrema naturalezza da momenti di inquietante calma ad attimi di pura follia, che fanno di Patriota uno dei migliori personaggi mai visti sul piccolo schermo. L’altra figura chiave della storia è senza dubbio Billy Butcher, interpretato da Karl Urban che, sebbene in un primo momento sembra essere lasciato in disparte dagli sceneggiatori, tornerà alla ribalta più cinico e diabolico che mai, poiché egli è, in fondo, assieme a Patriota, la vera anima di The Boys; entrambi, infatti, si completano a vicenda come due facce di una stessa medaglia, in un rapporto non troppo dissimile da quelli che abbiamo imparato ad apprezzare in altri racconti a tema supererostico (vedi Batman/ Joker o Superman/Lex Luthor).

The Boys continua dunque, nonostante qualche piccola incertezza iniziale, a configurarsi come uno dei migliori prodotti attualmente in circolazione; l’ottimo e soddisfacente finale riesce nell’impresa di chiudere un cerchio e di aprirne uno nuovo, malgrado la decisione di discostarsi dall’opera originale di Garth Ennis, sulla quale la serie basa le sue fondamenta. Non ci resta dunque che attendere i prossimi anni per vedere come si evolverà la storia dei nostri boys, auspicando che la qualità della produzione rimanga di alto livello, capace di continuare a regalare puntate ricche di azione, originali e divertenti come è stato fino ad ora.

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