Black Box, la recensione del film su Amazon Prime Video

Black Box

Uscito su Amzon Prime Video il 6 Ottobre, Black Box (trailer) è il primo film del progetto Welcome to the Blumhouse nato dalla collaborazione degli Amazon Studios con la casa di produzione di Jason Blum. L’accordo stipulato dalle due parti, infatti, è finalizzato alla produzione di 8 lungometraggi a carattere horror, genere tipico della Blumhouse Productions, che verranno presentati sulla piattaforma streaming di Amazon nella sempre più utilizzata forma della serie antologica. I primi quattro film sono già disponibili per gli abbonati all’interno del catalogo, mentre i restanti verranno rilasciati all’inizio del prossimo anno.

Black Box, diretto da Emmanuel Osei-Kuffour Jr., racconta delle difficoltà di Nolan (Mamoudou Athie), un fotografo professionista rimasto vedovo dopo un grave incidente stradale, nel quale ha perso anche la memoria. Aiutato in casa dalla figlia Ava, interpretata da una bravissima Amanda Christine, Nolan è costretto a confrontarsi con ingenti complicazioni derivate dall’amnesia che, oltre ad avergli fatto perdere il lavoro, rischiano di minare il rapporto con sua figlia. Nel disperato tentativo di recuperare i suoi ricordi passati, sotto consiglio del fedele amico Gary (Tosin Morohunfola), si rivolge alla dottoressa Lilian Brooks (Phylicia Rashad) e ai suoi metodi sperimentali. Tramite l’ipnosi e un’innovativa “black box” Nolan riesce ad entrare nel suo subconscio, ma il viaggio verso il recupero della memoria risulta essere più insidioso ed inquietante del previsto.

Davanti alla scena di apertura del film, potremmo facilmente ingannarci nel pensare che Black Box sia un film horror fatto di macabre ambientazioni e improvvisi jump-scare. Mano a mano che ci addentriamo nella narrazione però, scopriamo che invece si avvicina più ad un thriller fantascientifico e la sua qualità di horror movie viene confinata in poche sequenze che farebbero sorridere gli amanti del genere. Questo non significa che Black Box  non sia un film interessante.

black box

In linea con i molteplici lungometraggi prodotti dalla Blumhouse Productions, Black Box è un film low-budget che cerca di accattivare lo spettatore attraverso una narrazione solida e il più possibile sorprendente. Nel film, infatti, troviamo diverse svolte narrative interessanti, ma che forse, proprio perché risulta essere più vicino al genere thriller, potevano essere accompagnate da una maggiore azione. Quello che manca è giusto un pizzico di energia. Nonostante nella seconda parte del film il ritmo sia più sostenuto, la lentezza iniziale contribuisce ad una forse eccessiva durata del tutto.

Black Box, come abbiamo detto, tratta di un tema ormai molto caro al pubblico hollywoodiano: il viaggio nel subconscio. Ma non avendo i mezzi di un film come Inception (2010, Christopher Nolan), lo fa restando fedele alla sua natura di B-movie e ai suoi limiti. Emmanuel Osei-Kuffour Jr. utilizza diverse soluzioni tipiche del genere, senza eccessivi virtuosismi, riuscendo a donare comunque al film una sua identità. La fotografia, infine, contribuisce sapientemente ad enfatizzare la narrazione intensificando l’inquietudine generale.

In definitiva possiamo ritenerci soddisfatti dell’inizio di questo nuovo progetto firmato Prime Video e sarà interessante vedere lo svolgimento di questa nuova serie antologica. Pur non essendo un film propriamente horror, Black Box risulta intrigante al punto giusto e sicuramente ottimo per una visione casalinga disimpegnata.  

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