Grande attesa domenica alla Festa del Cinema per il debutto del cinema italiano nella Selezione Ufficiale. Il film di Guido Lombardi Il Ladro di Giorni (trailer) tratto dall’omonimo romanzo si è fatto attendere e, visti i lunghi applausi che hanno chiuso la proiezione, si può dire che non ha disatteso le aspettative del pubblico presente in una Sala Sinopoli sold out. È un film che presenta un cast di altissimo livello con nomi come quelli di Massimo Popolizio, Vanessa Scalera (ultimamente in tv con la fiction Rai Uno Imma Tataranni – Sostituto Procuratore), Giorgio Careccia, Carlo Cerciello e Rosa Diletta Rossi guidati dall’occhio innovativo ed essenziale di Guido Lombardi.
La vicenda che vede protagonisti Riccardo Scamarcio e Augusto Zazzaro è quella di un padre condannato (forse ingiustamente) a sette anni di carcere che, dopo aver pagato il suo debito con la giustizia, vuole riprendersi suo figlio dal quale era stato bruscamente strappato. Una decisione forte che destabilizzerà gli equilibri del piccolo Salvo ma anche dello stesso Vincenzo da troppi anni abituato a vedere il figlio soltanto allo specchio tatuato sulla sua schiena. Il bambino sarà costretto ad affrontare un lungo viaggio con quello che dice di essere suo padre ma che in realtà per lui è soltanto l’uomo che l’ha lasciato senza un apparente motivo. Il desiderio di Vincenzo è proprio quello di tentare di recuperare il rapporto col figlio che gli è stato tolto per un crimine non commesso e di raccontargli la verità. In questo viaggio Salvo rimarrà più volte sconvolto dalle azioni di suo padre coinvolto prima nella consegna di una partita di droga poi in un regolamento di conti, lo vedrà abbandonarsi di nuovo al male ma allo stesso tempo lo vedrà capace di fermarsi ad ascoltare i suoi consigli e le sue parole. Nonostante le iniziali difficoltà, i due viaggiatori riescono lentamente a ricucire quella ferita di tanti anni fa e a recuperare un rapporto fatto di risate, scherzi ma anche di lacrime e parole dure.
Il road movie di Lombardi si sviluppa attraverso dinamiche che trascinano lo spettatore nella storia suscitando una serie di emozioni spesso contrastanti. Attraverso il tema del viaggio, infatti, il regista affronta dalle montagne del Trentino fino al mare di Bari un’infinità di problematiche che riguardano soprattutto la bellezza ma anche il tremendo dolore del rapporto padre-figlio: un padre che non sa come trattare un figlio che aveva lasciato quasi infante e che ora pretende di essere considerato un adulto ed un bambino che vuole sentirsi grande, vuole essere come suo padre ma non riesce ancora a staccarsi del tutto da quella dimensione favolistica in cui ancora sono importanti i giocattoli. Quello che è certo è il fatto che Salvo, dopo il viaggio con suo padre, non sarà più lo stesso: abbandonerà i giocattoli, i libri di avventura per scegliere di tuffarsi non semplicemente dal trampolino di una piscina ma avrà il coraggio di tuffarsi dal Picco della Morte da dove fino a poco tempo prima non aveva il coraggio di tuffarsi. Ora è pronto. È pronto a tuffarsi dal trampolino della vita.