Quello che tu non vedi, la recensione del film su Amazon Prime Video

Su Amazon Prime Video Quello che tu non vedi

Quello che tu non vedi (Words on Bathroom Walls, trailer) è il nuovo film romantico/drammatico di Amazon Prime Video, già disponibile tra i contenuti della piattaforma a partire dal 15 marzo 2021. Tratto dall’omonimo romanzo di Julia Walton e adattato per il grande schermo da Nick Nevada, il film gode della regia di Thor Freudenthal e di un cast non di rilievo, sebbene la recitazione appaia essere più che genuina. In particolare, ad emergere è l’intensità espressiva dell’attore protagonista Charlie Plummer, che interpreta Adam. Inoltre l’intero lungometraggio è accompagnato da una colonna sonora firmata dai The Chainsmokers.

Quello che tu non vedi si presenta come un film estremamente adolescenziale o destinato ad un pubblico di bambini. Esso si concentra sulla sensibilizzazione del tema della schizofrenia e, in generale, sulla malattia mentale e gli effetti che quest’ultima può avere su un adolescente. A tale tema vengono accostati anche quelli enormemente delicati del bullismo e del rapporto complesso genitori-figli. Il tutto si intreccia con una vicenda amorosa, la ricerca di sé stessi (incoraggiata da un prete in un rapporto in stile Will Hunting) e un banalissimo ballo di fine anno tipicamente americano insieme ad un’overdose di farmaci. L’insieme di tali elementi non fa altro che rendere la trama scontata e caratterizzata da una sceneggiatura molto semplice, considerando che spesso e volentieri si è in grado di prevedere persino le battute. Naturalmente, il lieto fine è d’obbligo.

Nonostante queste lacune, è ammirevole come la pellicola tratti con una modalità semplice e chiara l’argomento della schizofrenia, forse oggi ancora non affrontato con giustizia. È evidente, a tal proposito, un largo utilizzo di soggettive che mostrano la realtà dal punto di vista di una persona affetta da tale malattia, così come l’impiego di suoni fuori campo, i quali costituiscono le voci che tormentano il protagonista. Ma non solo: anche l’utilizzo del colore e della luce vengono accostati allo stato confusionario di Adam. Basti notare come l’atmosfera e i colori diventino più cupi man mano che la malattia prende il sopravvento. Fatto ancora più particolare è il modo in cui viene svelata la presenza dello spettatore. Egli infatti si identifica con lo psichiatra stesso, il quale ascolta Adam raccontare la sua storia per mezzo di un flashback lungo un’ora e cinquanta minuti.

In generale, Quello che tu non vedi appare essere un film poco impegnativo, adatto ad una serata piacevole. Nonostante gli sforzi della regia ben presente di Freudenthal, abbastanza ordinario e povero di originalità in merito alla scrittura. Il che è un peccato, in quanto da esso emergono numerosi spunti di riflessione, in grado di poter formare menti piccine ma anche adulte. Consigliato? Sì, ma senza troppe aspettative.

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