Preti: è possibile creare prodotti di animazione indipendente?

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Realizzare un prodotto animato, nonostante le innovazioni tecnologiche degli ultimi tempi, risulta essere un lavoro particolarmente impegnativo, sia sul fronte dei costi, sia sul fronte del tempo di lavoro impiegato. La produzione animata italiana si ritrova a fare i conti con problematiche legate al contesto produttivo non industrializzato e a problematiche legate ad alcuni “pregiudizi” che legano l’animazione ad un prodotto esclusivamente per bambini (di cui abbiamo già parlato in questo articolo). Risulta, quindi, particolarmente impegnativo realizzare un prodotto animato soprattutto se il prodotto si allontana dal target “prediletto”: i bambini.

In questo periodo un ruolo di rilievo per l’animazione è svolto da alcuni festival e il web. Nell’ultimo decennio il web ha permesso una circolazione enorme di prodotti animati per adulti. Gli appassionati del settore hanno trovato risposta alla propria domanda attraverso le nuove forme di distribuzione online.Un lavoro eccellente, in questo campo, è stato svolto da Netflix che, nel suo catalogo e nelle sue produzioni originali, ha inserito numerosissimi titoli di animazione, sia seriali che lungometraggi, sia per famiglie che per adulti. Solo per citarne alcuni: Bojack Horseman, Rick & Morty, South Park, Disincanto, F is for Family, Paradaise Police, Final Space, Midnight Gospel.

Un altro ruolo nel mondo del web, che sembra essere sottovalutato, è quello svolto da YouTube che permette ad “artisti homemade”di creare alcuni prodotti davvero interessanti. Un esempio davvero singolare può essere Preti di Astutillo Smeriglia. Il prodotto – qui la serie completa – è stato caricato, su YouTube, diviso in puntate di pochi minuti. La prima puntata è stata caricata il 7 ottobre del 2013, l’ultima (episodio 24) il 23 marzo 2014.

Tutte insieme le puntate creano un corto di circa 21 minuti, nella visione complessiva degli episodi, però, sembra perdersi la battuta finale, a volte geniale, che funge da chiusura dell’episodio. Il corto è stato realizzato con lo scopo di circolare nei Festival ed è stato anche candidato ai David di Donatello del 2013.

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In Preti seguiamo le vicende di un sacerdote novellino che va ad affrontare un periodo di “stage” sotto la guida di un prete più esperto. Qui il fresco padre porgerà numerosi quesiti, alcuni dei quali assolutamente nonsense e al limite del blasfemo, che permettono la realizzazione di alcune gag molto divertenti. Il tema affrontato da questa serie non è per niente adatto ai bambini. La satira, soprattutto se religiosa, per di più nel nostro Paese, rischia di far arrabbiare molte persone.

In Preti l’animazione è molto semplice e allo stesso tempo fluida e ben curata. L’ambiente è quasi sempre fisso e in pochi minuti si riesce a vedere un prodotto davvero divertente e ben ritmato.

Possiamo dire che Preti soddisfa la domanda degli adulti appassionati del genere, che trovano un prodotto all’altezza delle loro aspettative sia per il tema affrontato, sia per la sua realizzazione, e perfino gratis. Un prodotto come Preti conferma le grandi capacità dei creativi italiani che, per il contesto nel quale si trovano a lavorare, non riescono ad emergere come si deve. La miniserie meriterebbe una stagione di 10 episodi da 20 minuti l’uno se solo ci fosse una casa di produzione folle disposta a rischiare. In Italia, invece, si preferisce andare sul sicuro e relegare questi prodotti alla distribuzione su YouTube. Un peccato.

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