PERCHÈ VOGLIAMO CONOSCERE LE ORIGINI DI MOBY DICK?

Leggere Melville oggi è poco popolare, eppure tutti conoscono Moby Dick: una balena, la più famosa delle balene, ma la fama alle volte rischia di offuscare il mito.

Gran parte dei film in sala sono ancora la trasposizione di opere letterarie e ciò porta inevitabilmente a confronti senza fine e spesso poco interessanti. Eppure, nella letteratura come nel cinema molti personaggi e storie di grande successo si basano su figure mitologiche ereditate da una cultura lontana da noi, ma non così distante. In In the Heart of the Sea – Le origini di Moby Dick l’operazione si complica ulteriormente. Il romanzo di Nathaniel Philbrick e il film di Ron Howard infatti non raccontano la storia di Moby Dick, ma ne svelano l’origine, l’ispirazione che Melville ha poi trasformato in un mito. Il narratore si astrae al di sopra dell’autore stesso, il quale diventa parte della storia. Uno sguardo che emerge dal profondo della vicenda, accarezzando la maestosa balena negli abissi dell’oceano per poi salire a brodo della sfortunata baleniera. Un oceano apparentemente infinito, indomabile e pauroso è il protagonista delle disavventure dell’Essex, baleniera americana partita da Nanuk per non farci più ritorno.

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Una film con tutte le carte in regola per il cinema hollywoodiano: personaggi valorosi e pronti a sfidare l’ignoto diventano memoria dell’unico superstite di quella disastrosa avventura, il quale, alla luce soffusa di una candela, racconta faticosamente i segreti di quel viaggio a un giovane scrittore che non può «fare a meno di dar forma a questa storia.»  Un film che sembra voler racchiudere l’immensità dell’oceano dentro un acquario per mostrarcelo in tutta la sua grandiosità. Ma è possibile? O meglio, ne vale la pena? Il potere di un mito, ciò che gli permette di non invecchiare mai, sta proprio nell’impossibilità di comprenderlo completamente, nel vederci sempre qualcosa di diverso. Eppure, questo carattere essenziale spesso si perde nel cinema, soprattutto in quello hollywoodiano, che non vive più di miti ma piuttosto di fama.

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