Le terrificanti avventure di Sabrina, la recensione della quarta stagione su Netflix

Se c’è una cosa che l’ingegno di Roberto Aguirre-Sacasa riesce a fare, è quello di far terminare ogni stagione de Le terrificanti avventure di Sabrina con un punto interrogativo degno di nota sull’eventuale risoluzione del dramma. Il catalogo delle nuove uscite di Netflix per l’anno 2020 si conclude il 31 dicembre, proprio con l’ultima parte (trailer) della serie che vede Kiernan Shipka tornare nei panni della giovane e carismatica strega Sabrina Spellman. La serie, vittima probabilmente di un calo di ascolti, è stata cancellata dalla società di Netflix lo scorso luglio, affrettando così i produttori a mettersi a lavoro per poterle dare un epilogo che non rendesse nessuno insoddisfatto.

La terza parte aveva lasciato con il fiato sospeso, dopo che Padre Blackwood (Richard Coyle) aveva liberato dall’Uovo del Tempo delle entità sinistre, per potersi vendicare su Sabrina Spellman. La finestra sulla quale si affaccia la quarta parte, mostra la vita di una giovane strega in preda ai problemi adolescenziali. Sabrina deve affrontare la solitudine: all’Inferno, la Sabrina del passato ha preso il suo posto di regina accanto a Lucifero (Luke Cook), diventando Stella del Mattino; sulla terra invece dove è rimasta lei, i suoi amici Harvey (Ross Lynch), Rosalind (Jaz Sinclair) e Theo (Lachlan Watson) la trascurano a causa dei loro impegni. Mentre cerca di trovare una soluzione ad una vita che ha scelto ma di cui sente l’estremo peso, delle figure oscure si presentano a Greendale, pronte a scatenare il caos.

Questi sono gli Orrori di Eldritch, ben otto, liberati da Blackwood, che minacciano di annientare la dimensione terrena. Nel frattempo, mentre gli Spellman devono fare i conti con queste entità soprannaturali, Sabrina squarcia l’equilibrio temporale già compromesso nella terza parte, vedendosi con la Sabrina degli Inferi. Questi incontri clandestini creano uno spacco nel cosmo, costringendo le due Sabrina a dover salvare il mondo affinché questo e i regni dell’aldilà non vengano disintegrati, per poi ritrovarsi a fare i conti con l’ultimo degli Orrori, “Il Vuoto”, che porterà conseguenze devastanti.

Dante diceva: “Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai in una selva oscura, che la diritta via era smarrita”. Si può racchiudere così la condizione di Sabrina nell’ultima stagione. Il personaggio, contraddistinto per la sua tenacia, vede un arresto della sua evoluzione che nel corso delle stagioni precedenti aveva avuto un evidente sviluppo. Lo si vede perso, confuso e non lucido. Da adolescente divisa fra il mondo degli umani e quello delle streghe, Sabrina è sempre stata presentata come caparbia e convinta di tutte le sue decisioni, dandole l’aspetto di donna anticonformista nonostante i suoi sedici anni.

In questa stagione però si decide di mostrarla da un’altra prospettiva: la teenager con i problemi di cuore, in combutta con i suoi sentimenti e le sue emozioni incontrollate ed a volte infantili. Il tentativo di voler rappresentare il lato della protagonista come adolescente in crisi, danneggia la costruzione del suo personaggio formatosi per avere costantemente un upgrade. Sembra quasi che si voglia rimediare all’errore di non aver dato più spazio a questo tipo di aspetto agli esordi della serie, quando  Sabrina era ancora in fase di crescita.

Il corpus de Le terrificanti avventure di Sabrina, inoltre, sembra basarsi su una sceneggiatura dai troppi buchi di trama e ripetizioni di situazioni che rendono il flusso degli eventi monotono. Le sottotrame, che fungono da cornice della trama principale, nascono crescono e muoiono in tempi talmente brevi da non darne né un nesso né una logica, rovinando le dinamiche che si è faticato a costruire. Ciò che per fortuna rimane intatta, è l’atmosfera cupa e spettrale che fa da sfondo ad una Greendale eternamente condannata alla magia e alla sua ipnotizzante oscurità.

Come succedeva nelle stagioni precedenti, il montaggio continua a erigersi su una serie di scene che fotografano la dimensione dell’horror, grazie al quale la storia si sorregge. I toni sempre caldi, accentuati dall’assiduo uso di candele posizionate nei meandri dell’oscurità, riescono a rendere il clima ossessivamente e pesantemente funereo, che è l’ingrediente di successo di tutta la scenografia.

Nonostante alcune pecche dovute all’urgenza di dover mettere un punto alla tragica storia di Sabrina Spellman, con un finale del tutto inadeguato e frustrante – di cui la stessa Shipka ha rivelato di esserne rimasta sorpresa – qualcosa di buono è comunque stato fatto. Aguirre-Sacasa, nella speranza di placare gli animi di chi ha seguito con tanto ardore Le terrificanti avventure di Sabrina, ha deciso di regalare una chicca. Per tutti gli amanti della strega Spellman, è stata fatta una sorta di “crossover” con la serie cult Sabrina, vita da strega. In uno degli episodi, infatti, Sacasa ha fatto tornare Caroline Rhea e Beth Broderick nei panni delle simpatiche Hilda e Zelda, zie di una Sabrina sì più tormentata, ma sempre potente.

Seppur la conclusione delle avventure di Sabrina Spellman abbiano lasciato con l’amaro in bocca, vale sempre la pena immergersi per l’ultima volta nel clima gotico e tetro che solo Greendale e le sue streghe possono dare!

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