La Trama Fenicia, la recensione: il risveglio di Wes Anderson

la trama fenicia, recensione: il risveglio di wes anderson

La Trama Fenicia (trailer) è il risveglio di un Wes Anderson che è stato un po’ troppo stazionario negli ultimi tempi. Questo film riesce a bilanciare ottimamente risate, bellezza filmica e ansia.

Fortunatamente, il Wes Anderson di The French Dispatch sembra eclissato, dando spazio ad un regista che si ricorda cos’è il suo mestiere. È da tenere in considerazione che questo film non è assolutamente un capolavoro ma è di sicuro un miglioramento. Non si avvicina per nulla al livello dei suoi film d’animazione (Isle of Dogs, Fantastic Mr Fox) sebbene rimanga un film gradevole che ancora riesce a brillare in fotografia e scelte registiche.

Ma una volta che si ha la certezza che da un regista simile non si possano trovare errori di fotografia e di movimenti di macchina, cosa rimane? Il suo brillare in due lati cinematografici compensa la trama bieca delle sue ultime opere? Il già nominato The French Dispatch, oltre ad avere una pedestre colonna sonora, ha una trama meticolosamente noiosa e poco attraente. In questo caso, il lato narrativo riesce a suggestionare di più, ma non ti rapisce completamente. La complicatezza dei lati economici non si amalgama bene con il ritmo del film, e ci si trova immersi in un mondo che sin da subito non si comprende a pieno.

La Trama Fenicia (trailer) è il risveglio di un Wes Anderson che è stato un po' troppo stazionario negli ultimi tempi.

Uno dei lati migliori, oltre a quelli già riconfermati, sono i personaggi. Liesl (Mia Threapleton), la ragazza religiosa che esplora altri lati del mondo, raffigura l’evoluzione più affascinante del film. L’attrice è perfetta nel ruolo, indossa sia i vestiti che i comportamenti da suora in maniera eccellente: è più chiusa, apatica agli avvenimenti che la circondano, ma comunque sempre prostrata verso l’esterno. Anche i personaggi secondari brillano di luce propria, e ognuno ha un carattere singolare nella storia. Persino fra i più acerrimi nemici sono presenti caratteri bizzarri nei contesti più strampalati. Questo non fa altro che illuminare ancora di più la figura del regista, che dà ancora una volta un’immagine propria a La Trama Fenicia.

Inoltre, sembra che Wes Anderson si sia ricordato quale sia il modo migliore per raffigurare uno scontro: anche se per poco tempo, se non minuscoli fermo immagini, i primissimi piani degli attori sono la firma di ogni lavoro di questo autore. Nel finale verranno usate scarsamente ma saranno comunque dirompenti, per far convogliare tutte le emozioni in un istante, in un momento. Per un finale che lascia spazio all’interpretazione, ma anche al sorriso sentito e alla malinconia.

È difficile incasellare questo film nella filmografia di uno dei registi più seguiti dell’ultimo ventennio, ma si potrebbe dire che il miglioramento è visibile. Se questo fosse l’inizio di un nuovo atto, sarebbe corretto ritenersi curiosi. Ma sempre nella speranza che la trama dei prossimi lavori sarà più semplice e più efficace, così da stupire sia nelle certezze che nelle insicurezze.

Al cinema.

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